Cosa è successo di così grave da spingere l’ex attrice Veronica Lario, ora signora Berlusconi, al grande passo?
Facendo risaltare una volta di più il contrasto con la prima moglie, la madre di Marina e Pier Silvio, che da sempre conserva il suo assoluto e dignitoso riserbo.
Ci sono sull’imminente divorzio di Veronica almeno due scuole di pensiero: quello della dignità offesa della donna tradita, e quello dell’interesse economico.
Non è la prima volta che Veronica Berlusconi ricorre all’unico giornale dove, almeno per ora, il marito non esercita alcuna influenza. Lancia i suoi messaggi, poi siede al tavolo e tratta. L’altra volta e uscì con un bel pacchetto di azioni per le sue creature.
La posta in gioco non è banale, riguarda il futuro, in termini di soldi e di ruolo nelle aziende paterne, dei suoi tre figli, Barbara, 24 anni, Eleonora, 22 e Luigi, 20. Secondo i fautori di questa teoria, c’è qualcusa che si è incagliato. Una donna, qualsiasi donna, al suo massimo del sublime, è mamma. E una mamma è capace di tutto per il bene delle sue creature.
Poi ci sono i sentimenti e l’onore, che è la tesi che Veronica Berlusconi accredita in questa fase. Secondo la vulgata di casa, l’inizio della fine del matrimonio tra il premier e la moglie arriva la mattina di martedì 28 aprile. Veronica guarda i giornali, la sua attenzione si sofferma sull’articolo di Repubblica che svela come nella notte di domenica il premier si sia presentato a sorpresa in una villetta di Casoria, dove si celebravano i diciott’anni di Noemi Letizia.
Lei è bella, bionda, studia da grafica pubblicitaria a Portici e sogna una carriera televisiva, tanto che avrebbe inviato il suo “book” fotografico al presidente del Consiglio in persona. Un album che avrebbe provocato la scintilla. Accanto a Noemi ci sono il padre Elio e la madre Anna.
La ragazza chiama Berlusconi “papi“. Ai giornalisti dirà più tardi che lo conosce da tempo e che spesso lo va a trovare a Milano e Roma, “perché lui, poverino, lavora molto e non può sempre venire a Napoli”. Il Cavaliere le ha portato un regalo, una collana d’oro giallo e bianco con pendente di brillanti. C’è chi mormora anche le chiavi di un’auto, ma Noemi smentisce.
Veronica legge e rimane stupefatta, chiama al telefono un’amica: “Basta, non posso più andare a braccetto con questo spettacolo”. A Roma infuria la polemica sulle “veline” pronte a entrare nelle liste elettorali del Pdl e ci sono, soprattutto, quella ragazzina di Casoria, Noemi, e la sua mamma Anna che si rivolgono a Berlusconi con gli affettuosi diminutivi di “papi” e “papino”.
Veronica non ce l’ha né con le giovani donne aspiranti europarlamentari né con Noemi. Interpreta la loro parabola quasi epicamente, come “figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica”. La sconcerta, però, che il metodo da “ciarpame politico” non faccia scandalo, che quasi nessuno si stupisca, che “per una strana alchimia il Paese tutto conceda e tutto giustifichi al suo imperatore”, come racconta a chi le sta vicino.
La mattina successiva Berlusconi dalla Polonia attiva la cortina fumogena e la contraerea dopo una notte di rabbia. Ordina che le “veline” spariscano quasi tutte dalle liste europee, ridimensiona il rapporto con Noemi a una antica conoscenza con il padre ex autista di Craxi (notizia poi smentita da Bobo Craxi e cancellata comicamente addirittura da un comunicato di Palazzo Chigi) e liquida con una battuta maschilista e greve l’indignazione della moglie, evitando di pronunciarne il nome e il ruolo: “La signora si è fatta ingannare dai giornali della sinistra. Mi spiace”. Rientrato a Roma, annulla un incontro in calendario per il giorno successivo con il presidente della Camera Gianfranco Fini.
La sua intenzione è di andare a Milano, come fece due anni or sono, per ricucire lo strappo con Veronica. Non ci andrà, lo ferma la sua fidatissima segretaria Marinella. Veronica Lario, infatti, l’ha appena chiamata: riferisca a mio marito che non mi si avvicini, non ho più nulla da dire e nulla da ascoltare, tutte le parole sono state consumate.
“Mi domando in che paese viviamo – ha raccontato Veronica a un’amica – come sia possibile accettare un metodo politico come quello che si è cercato di utilizzare per la composizione delle liste elettorali del centrodestra e come bastino due mie dichiarazioni a generare un immediato dietrofront. Io ho fatto del mio meglio, tutto ciò che ho creduto possibile. Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile. Credevo avessero capito, mi sono sbagliata. Adesso dico basta”.
Quando, negli anni, sono emersi momenti di crisi nel rapporto tra il premier e la moglie, una domanda è ritornata con grande frequenza: perché lei non lo lascia? Ora la risposta prende forma. Un ruolo l’ha avuto il desiderio del Cavaliere e della moglie di provare a tenere unita la famiglia: magari le ragioni erano diverse, ma l’obiettivo in qualche modo coincidente.
La first lady introduce però un elemento ancora più personale, cioè il fatto di dover accettare «il fallimento di una vita». Perché di questo si tratta, «dopo trent’anni che ci conosciamo, dopo tre figli, quando un matrimonio finisce così e non sono certo nelle condizioni di poter pensare di ricostruirmi una vita».
Se quindi adesso Veronica Berlusconi ha deciso per il divorzio è perché, a suo giudizio, «nulla è cambiato da quando gli avevo rivolto un ultimatum e la misura ora è colma». Il riferimento è alla lettera a Repubblica del gennaio 2007, scritta dopo la partecipazione del Cavaliere alla cena dei Telegatti. Belle donne – il futuro ministro Mara Carfagna fra loro – e commenti galanti del premier. «Affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità», aveva scritto, «a mio marito e all’uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente».
Le scuse arrivarono, il quadro familiare sembrò ricomporsi. L’estate scorsa, poi, ci furono anche le foto di loro due in vacanza, con i figli e Alessandro, il nipotino. La celebrazione dell’happy family? Una sintesi sbrigativa, si capisce ora. «Non è che tutto vada bene soltanto perché sono fotografata vicino a mio marito. Servirebbe uno sguardo più attento».
Molto si è parlato anche dell’aspetto economico, di un’unità preservata in nome di future spartizioni ereditarie. Alle amiche che le hanno fatto notare come anche in questi giorni qualche giornale sia tornato a battere il tasto dei soldi, Veronica Berlusconi ha riservato uno sguardo sconsolato: «Siete fuori strada, non c’entrano il patrimonio e le divisioni fra i figli. Se il problema fosse questo me ne starei tranquilla e non mi metterei in uno scontro frontale con l’uomo più ricco e potente d’Italia».
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