Via i vitalizi ai politici condannati e arrestati. Ma il Senato rinvia

Via i vitalizi ai politici condannati e arrestati. Ma il Senato rinvia
Il presidente del Senato Pietro Grasso

ROMA – Via i vitalizi ai deputati condannati. Forse. Più in là. Mercoledì 24 settembre il Senato ha rinviato ancora il voto, respingendo un odg dei Cinque stelle che chiedeva la sospensione dell’assegno anche ai deputati in attesa di giudizio. Mentre un altro ordine del giorno che lo avrebbe soppresso per i condannati è stato congelato in attesa di modifiche.

A favore dell’ordine del giorno hanno votato soltanto i 5 Stelle, quelli di Sel, due dissidenti del Pd, Casson e Mineo e il socialista Buemi. Il senatore M5s Mario Michele Giarrusso ha subito gridato al complotto contro il Pd “che ha le mani legate dal patto del Nazareno”. Subito dopo la polemica si è focalizzata contro il presidente del Senato, Pietro Grasso, accusato di essere “solo a parole” contrario al vitalizio ai mafiosi.

“L’ho detto e lo ripeto – si è difeso Grasso – sono assolutamente a favore dell’abolizione dei vitalizi per i senatori che hanno condanne definitive per reati gravi, talmente d’accordo che ho iniziato io stesso l’iter di questa proposta”.

A fine seduta la replica si è inasprita:

“Dispiace che il senatore Crimi vada alla semplice ricerca del facile consenso su Facebook: il Senato ha votato (a favore!) di un ordine del giorno che chiede di concludere al più presto l’esame della proposta che io ho portato in Consiglio di presidenza, dove si è deciso di muoversi in accordo con la Camera, dato che molti ex parlamentari sono stati sia deputati che senatori, e questo avrebbe annullato nei fatti gli effetti della nostra decisione”.

L’ordine del giorno, ha spiegato Grasso, non è stato ammesso solo perché il Senato sulla questione si era già espresso. Di qui l’altro ordine del giorno presentato dal capogruppo Pd Zanda, con l’impegno a concludere “nel minor tempo possibile”.

Le pensioni degli ex politici costano la cifra monstre di 370 milioni l’anno al Senato. Quelle degli ex consiglieri regionali pesano per 170 milioni. A fare i conti è stato il senatore Pd Mauro Del Barba, nel corso della sua dichiarazione di voto sul bilancio interno.

Gestione cookie