Video-ricatto a luci rosse sia reato: pene fino a sei anni, il disegno di legge in Senato

Video-ricatti a luci rosse sia reato: pene fino a sei anni, il disegno di legge in Senato
Video-ricatti a luci rosse sia reato: pene fino a sei anni, il disegno di legge in Senato

ROMA – Nessuna tolleranza per chi diffonde on line foto o video a contenuto sessuale senza il consenso della persona protagonista. Il Senato ha incardinato un ddl ad hoc che punisce severamente chi ricatta, minaccia, o pensa di vendicarsi dando in pasto ai media immagini intime: pena la galera. I video-ricatti a luci rosse saranno un reato penale punibile con pene fino a sei anni di reclusione.

4 proposte di legge. In totale sono quattro i testi in materia in circolazione nelle aule parlamentari: quello del Pd ritiene troppo blanda, insufficiente, la pena minima di sei mesi, quella dell’ex presidente della Camera Laura Boldrini si ispira al modello tedesco (le piattaforme digitali sono obbligate a cancellare i contenuti illeciti entro 24 ore).

I casi di Giulia Sarti e Tiziana Cantone. Ad accelerare una risposta legislativa sul “revenge porn” – vendetta pornografica – senza dubbio sono state le foto intime della deputata grillina Giulia Sarti circolate on line, ma non bisogna dimenticare che questo provvedimento viene da lontano e dà finalmente risposta a tante tragiche vicende. Non ultima quella di Tiziana Cantone, che si è tolta la vita il 13 settembre 2016, dopo che un suo video hard era diventato virale in rete. Oggi però è sul caso Sarti che la politica fa sentire la sua voce.

Il ddl in Senato: da tre mesi a sei anni di carcere. Il primo passo è stato fatto appunto dalla commissione Giustizia del Senato che ha avviato questa mattina l’iter del ddl del Movimento 5 Stelle (qui il pdf), a prima firma della senatrice Elvira Evangelista, che introduce l’articolo 612-ter del codice penale. Il leghista Andrea Ostellari, che oltre a essere relatore è anche presidente della commissione, ha disposto un ciclo di audizioni e assicura che il ddl “incontra già una vasta condivisione trasversale”.

La nuova norma prevede da tre mesi a sei anni di carcere per chi pubblica on line immagini o video privati a sfondo sessuale. Se il persecutore è coniuge o legato alla vittima viene considerata un’aggravante “che prevede la reclusione da uno a quattro anni”. Pene aumentate da cinque a dieci anni se la pubblicazione abbia come conseguenza non voluta la morte della vittima. 

Multa, da 75 a 250, euro anche per chi contribuisce alla diffusione dei video. La vittima può chiedere bloccare le immagini. Infine il Ministero della giustizia, dovrà adottare linee guida per la prevenzione nelle scuole del revenge porn. Ostellari annuncia modifiche: “proporrò un ulteriore inasprimento delle pene”.

(fonte Ansa)

 

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