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Bonifici in cambio di appalti a Morichini, “mediatore” e amico di D’Alema

di Alberto Francavilla |8 Maggio 2011 16:46

ROMA – Dopo le accuse del manager Pio Piccini (“Ho versato soldi alla fondazione di D’Alema Italianieuropei per ottenere mediazioni con Finmeccanica”), sarebbero spuntati anche i bonifici a confermare le parole di Piccini. Secondo quanto scrivono Gian Marco Chiocci e Patricia Tagliaferri sul Giornale, la Guardia di Finanza avrebbe accertato operazioni finanziarie “sospette” a favore delle società di Vincenzo Morichini, braccio destro di D’Alema e indicato proprio da Piccini come intermediario.

Scrivono i due giornalisti che sono spuntati “una sfilza di ap­palti anche di una certa rile­vanza con pubbliche ammini­strazioni vinti dalle società in affari con la Soluzioni di Busi­ness srl di Vincenzo Morichi­ni”.

Secondo Chiocci e Tagliaferri, la Guardia di Finanza “elenca le movimentazio­ni finanziarie di ciascuno a favore della società di Morichini con la vaga causale «saldo fat­ture »”.

I giornalisti passano poi in rassegna le varie aziende: “C’è la Electron Italia srl , che realizza solu­zioni tecniche per la protezione delle informazioni e del­le transazioni aziendali, dal 2003 una con­trollata di Finmeccanica, di cui è socia anche la Elsag Data­mat e quel Francesco Subbio­ni, ex dirigente della divisione Servizi di Elsag, il cui nome è finito di striscio nell’inchiesta trapanese (appalti legati alla manifestazione Louis Vuit­ton Cup) e più concretamen­te nell’indagine napoletana sulle gare per la sicurezza in caserme e nella cosiddetta «cittadella della polizia» do­v’è stato indagato e dove è fini­to al centro di una spy story per la gestione illegale dei suoi dati da parte di un funzio­nario della Dia”.

“Tra gli appalti che la Electron Italia – spiegano i due – si è aggiudicata nel 2008 e nel 2009 la Finanza si sofferma su quello da quasi 8 milioni di euro con l’Autori­tà portuale di Napoli e su un altro con l’Autorità portuale di Olbia e Golfo Aranci da qua­si due milioni. Rispetto al pri­mo gli inquirenti notano la coincidenza che proprio nel 2008 la Fondazione di D’Ale­ma sbarca a Napoli e nel suo comitato scientifico piazza Francesco Nerli, diessino e da­lemiano doc, al vertice del­l’autorità portuale”.

Altri bonifici per 20 mila eu­ro, proseguono Chiocci e Tagliaferri, risultano “emessi dalla Cler Coop La­voratori Elettrici romani , società che ha per oggetto la pro­gettazione e la costruzione di impianti elettrici ed elettroni­ci. Il riferimento alla Cler Co­op e all’accaparramento di dieci appalti dal 2008 al 2010 per un totale di cinque milio­n­i di euro della municipalizza­ta romana Acea (che nella ca­pitale gestisce l’erogazione di elettricità e acqua per 3 miliar­di di ricavi e 200 milioni di uti­li) ha riacceso l’interesse dei baschi verdi a seguito di alcu­ni riscontri incrociati collega­ti a un nome sul quale a mag­gio 2009 litigarono come mat­ti dalemiani e veltroniani per la poltrona del Cda di Acea: Andrea Peruzy. Chi era/è co­stui? Direttore e tesoriere del­la Fondazione di D’Alema”.

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