Virginia Raggi: Enrico Stefano, consigliere M5s a Roma, contro la ricandidatura Virginia Raggi: Enrico Stefano, consigliere M5s a Roma, contro la ricandidatura

Virginia Raggi: Enrico Stefano, consigliere M5s a Roma, contro la ricandidatura

M5s, il consigliere Enrico Stefano contro la ricandidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma

Arrivano le prime critiche alla ricandidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma. “Prima di parlare di Raggi Bis mi sarebbe piaciuto avviare una seria riflessione interna e un ampio dibattito per discutere di cosa a Roma ha funzionato e cosa no, di quali e quanti errori sono stati commessi (perché ne sono stati commessi) e come evitare di ripeterli in futuro. Degli obiettivi raggiunti e quelli mancati”. Così in un post su Facebook il consigliere capitolino M5S Enrico Stefano, presidente della commissione capitolina Mobilità, spiega perché non appoggia un Raggi bis. 

Stefàno fa parte della ‘prima guardia’ dei pentastellati a Roma, eletto già nel 2013 con Raggi, Marcello De Vito e Daniele Frongia.

Un no nel metodo

Il ‘no’ di Stefàno, spiega, è innanzitutto “nel metodo”: “Oggi c’è una regola nel MoVimento – dice – Vogliamo aprire una riflessione? Sicuramente ce ne sarebbe bisogno, e sono d’accordo che debba essere rivista. Ma non a dieci mesi dalla tornata elettorale e quando si è coinvolti in prima persona. Sindaci che proposero la stessa cosa qualche anno fa furono cacciati dal M5s e accusati di poltronismo, mi chiedo, cosa è cambiato oggi?”

“Molti di quelli che oggi sono stati folgorati sulla via del ‘Raggi-Bis’ e fanno un post al giorno in suo sostegno con paragoni improbabili sono personaggi che fino a l’altro ieri remavano contro e chiedevano la sua testa. Mi chiedo quindi che credibilità possono avere queste persone e soprattutto chi si vuole ricandidare supportato (almeno in parte) da queste persone.”

“E, solo dopo questo percorso, decidere di passare oltre i due mandati attraverso una sana votazione, e ancora, soprattutto, scegliere il candidato sindaco attraverso le famose ‘Comunarie’. Perché possiamo anche togliere il limite dei due mandati – conclude – ma magari attraverso una selezione e dibattito interno troviamo qualcun altro bravo da valorizzare. Siamo nati per rompere gli schemi, non per riproporre la brutta copia di quelli vecchi”.

Stefàno: “Raggi non ha avuto una visione della città”

“Al di là degli errori, che per carità tutti abbiamo commesso, e del fatto, che va riconosciuto a Virginia, di averci messo la faccia in situazioni sicuramente difficili, quello che è mancato in questi anni è stata una visione e idea di città, del ruolo al quale vuole aspirare la Capitale di un Paese del G7. Ci (ri)presentiamo ai cittadini con i post ‘trionfanti’ di strade asfaltate, alberi potati, ceppi tagliati, panchine riparate e roba simile? Ovvero l’ordinaria amministrazione?”.

“Ritengo invece che dovremmo aspirare a ben altro e andare oltre – aggiunge – Come la città di Roma vuole rispondere alle sfide che avremo davanti in questi decenni, dai cambiamenti climatici alla crisi economica, come colmare rapidamente il gap infrastrutturale e tornare di nuovo ad essere competitivi e creare lavoro. Di tutto questo non vi è assolutamente traccia nel dibattito cittadino va detto in tutti i partiti. E poi soprattutto basta, non se ne può più con questa retorica del passato, con questo vittimismo, con le manie di persecuzione. Basta con questo mito dell’onestà mentre il presidente dell’Assemblea Capitolina sta a processo per corruzione. Dopo questo mio post verrò tacciato nell’ordine di essere: Lombardiano, Renziano, Rettiliano – conclude Stefàno – Vi pregherei, a chi non la pensa come me di contestare quanto da me scritto nel merito, se possibile argomentando”. (Fonte: Ansa)

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