ROMA – Roberto Fico ha annunciato di voler tagliare i vitalizi dei parlamentari per risparmiare 40 milioni di euro. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Un taglio che, se riceverà l’ok, partirà dal 1° novembre 2018. Gli ex parlamentari però sono pronti a dare battaglia e annunciano una class action contro il provvedimento. Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro, ha commentato: “Ricorsi? Sono uno schiaffo alla miseria”.
La proposta di Fico, presidente della Camera, di tagliare i vitalizi ha fatto infuriare gli ex deputati e l’Associazione degli ex parlamentari ha inviato a tutti i membri dell’Ufficio della presidenza della Camera una diffida stragiudiziale a non approvare la delibera, minacciando una class action. Nella conferenza stampa la delibera è stata definita “palesemente incostituzionale”, dato che per la prima volta si interviene retroattivamente sulla materia previdenziale.
I membri dell’Ufficio di Presidenza sono “consapevoli” del fatto che la delibera sia incostituzionale, ha spiegato Falomi, visto che ciò è stato rilevato dai pareri dei competenti uffici di Camera e Senato, rispettivamente il 26 e il 27 maggio. Pareri, ha detto Falomi, che sono stati tenuti nascosti:”la trasparenza e lo streaming – ha ironizzato Falomi – valgono per prendere qualche voto in più, ma una volta preso il potere cala la saracinesca”. E la consapevolezza della non costituzionalità è dimostrata anche dalla scelta di ricorrere a una delibera dell’Ufficio di Presidenza e non ad una legge, rispetto alla quale si può ricorrere davanti alla Corte Costituzionale, cosa impossibile per la delibera in base al principio dell’autodichia, cioè la giurisdizione interna della Camera.
Falomi e Gargani hanno quindi annunciato il ricorso non solo agli organi interni, ma anche al tribunale civile e al Tar. “L’ufficio di presidenza – ha spiegato Gargani – in questo atti agisce come organismo amministrativo e non politico e quindi le sue delibere possono essere ricorse con azioni civili e amministrative”. Davanti al Tribunale civile e al Tar i singoli membri dell’Ufficio di presidenza saranno chiamati a rispondere personalmente e patrimonialmente per i “danni” causati da questa delibera illegittima: “ci sono ex deputati – ha rilevato Gargani – che per svolgere l’attività parlamentari si sono dimessi dalla magistratura, o hanno sospeso l’attività professionale, sapendo di poter compensare con il vitalizio la pensione più bassa. Questa delibera arreca un danno patrimoniale che sarà risarcito dai tutti i membri dell’Ufficio di Presidenza”.
Se gli ex deputati sono sul piede di guerra, M5s esulta. Riccardo Fraccaro, ministro dei Rapporti con il Parlamento, definisce la delibera “la fine della casta, inizia l’era dell’equità”, e parla di una vittoria. E Di Maio, commentando i ricorsi, dichiara: “Oggi è una giornata storica, ho visto che già si sta minacciando, ma noi a queste minacce siamo abituati dagli ultimi sei anni. Quelli sono privilegi rubati non diritti acquisiti e la smettano con le minacce, è uno schiaffo alla miseria fare ricorsi e protestare perché ti tolgo un vitalizio di 6-7000 euro quando sei stato tre giorni in Parlamento”.
Il vicepremier ha proseguito: “Ci sarà sempre un’accusa di campagna elettorale, poi vedranno se sarà campagna quando taglieremo 40 milioni di vitalizi. Ora si fa solo a Montecitorio, poi io lo faccio al ministero del Lavoro con le pensioni d’oro, poi resterà solo il Senato che è bene nel rispetto dell’autonomia del Parlamento che affronti l’argomento. Penso che si debba adeguare anche il Senato”.