ROMA – I vitalizi ai parlamentari eletti e poi condannati, magari per mafia, sono indegni. Opinione pubblica e opinione dei presidenti di Camera e Senato, su questo punto, convergono. Un po’ meno quella di alcuni partiti e dei questori delle Camere: una sorta di indegna melina per rimandare, posticipare, verificare se la Costituzione è d’accordo e possibilmente riporre l’intera materia nel dimenticatoio parlamentare.
Piero Grasso, insieme a Laura Boldrini, da mesi insiste su un punto e vorrebbe entro 10 giorni arrivare a una decisione: togliere i vitalizi, pagati con soldi pubblici, agli ex parlamentari condannati per reati gravi, come mafia e corruzione. Non mancano i casi e Grasso fa i conti. Attualmente per questi “ex” lo Stato spende 170 milioni l’anno e Grasso vorrebbe farne a meno, riunendo il Consiglio di presidenza del Senato (altrettanto farebbe Boldrini alla Camera) e cancellare i vitalizi in questione.
Ma non sarà così facile: alcuni partiti nicchiano, i questori (nominati dai partiti) non è detto che votino tutti compatti sposando la linea Grasso e anzi, hanno preventivamente diffuso un parere del presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, secondo cui ci vuole l’approvazione del parlamento per una cosa del genere, non il semplice voto di presidente e questori.
Grasso non ha affatto gradito. E ha diffuso una sua nota in cui ha precisato che “vale un principio generale del diritto, oltre che di palese ragionevolezza, secondo cui l’organo che produce una norma è l’unico che possa modificarla”. E’ esattamente questo il caso dei vitalizi: “Non vi è dubbio – osserva Grasso – che la legge sia incompetente a disciplinare la materia, che è ricompresa nell’autonomia normativa (autodichia) delle Camere”. In secondo luogo “non è fondato il parere del Prof. Mirabelli secondo cui la cessazione dell’erogazione sarebbe assimilabile a una sanzione penale accessoria”. Quindi non c’è divieto di retroattività, si possono togliere i vitalizi che lo Stato già paga e non limitarsi a eliminare quelli dei condannati futuri. I giornali descrivono Grasso come “furibondo”, e soprattutto deciso a farsi valere contro la melina indegna dei partiti.
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