POTENZA – Vito De Filippo (Pd), presidente della Regione Basilicata, si è dimesso dall’incarico dopo l’inchiesta sui rimborsi illeciti di assessori e consiglieri, in cui non è coinvolto.
”L’impegno non deve essere frutto di bramosia”, ha detto il governatore. Prima di dimettersi, De Filippo ha azzerato la vecchia giunta e ne ha nominata una nuova.
Le dimissioni di De Filippo, al secondo mandato come presidente della giunta, aprono la strada allo scioglimento anticipato del Consiglio regionale. Prima di dimettersi, De Filippo ha revocato gli assessori e ha nominato il nuovo esecutivo: Marcello Pittella (vicepresidente e assessore alle attività produttive), Nicola Benedetto (agricoltura), Luca Braia (infrastrutture), Roberto Falotico (formazione), Attilio Martorano (salute) ed Enrico Mazzeo Cicchetti (ambiente).
LA LETTERA DI DIMISSIONI DI DE FILIPPO – Nella lettera di dimissioni, De Filippo ha scritto che l‘indagine sui rimborsi illecitamente percepiti ”deturpa l’immagine della Basilicata, con ipotesi forse non penalmente gravi, ma umanamente odiose”. La scelta di dimettersi è stata fatta per avviare ”una stagione rinnovata per la Regione”.
”Sebbene lo scenario dell’inchiesta che riguarda la Basilicata sia ben diverso da quello che si è profilato in altre Regioni, sebbene le ipotesi, non mi stancherò mai di dirlo sentendomene testimone vivente, non siano certezze, anche in questa occasione riaffermo con forza la convinzione che altri possano portare avanti il lavoro con non meno impegno e dedizione di quanto ne ho offerto io e ne ha offerto questo Consiglio e di quanto, per quel che mi riguarda, ne continuerò ad offrire alla Basilicata, da privato cittadino o in qualsiasi altra veste. E il recupero del valore della credibilità dell’Istituzione lo ritengo un esigenza primaria, per cui vale anche la pena di soprassedere rispetto ad altre scelte di razionalizzazione e alleggerimento della governante pur di avere la serenità di non lasciare la Regione senza una guida forte, che consenta di affrontare tutte le difficili partite del momento. Certo che altri porteranno avanti il lavoro, e assicurando che l’impegno dettato dal mio amore per la Basilicata non verrà mai meno, esprimo solo l’auspicio che tutte le energie della regione si concentrino su un progetto in favore dei lucani facendo prevalere la responsabilità sull’opportunismo, la proposta sulla contrapposizione. Ed è un appello che faccio con la forza che mi dà proprio la scelta di fare un passo indietro”.
IL CROLLO DEL CENTROSINISTRA IN BASILICATA – In poche settimane il centrosinistra lucano (e il Pd, in particolare) è passato dalla gioia per l’elezione di Roberto Speranza a capogruppo del Pd alla Camera e dalla nomina del senatore Filippo Bubbico (Pd ed ex presidente della Regione) fra i ”saggi” del Capo dello Stato, alle dimissioni del governatore e ad una anticipata fase elettorale, che ora appare tutta da decifrare. E da temere, soprattutto.
I tre agli arresti domiciliari, e i sette consiglieri e un ex consigliere raggiunti dal divieto di dimora, hanno effettivamente dato un colpo violento all’immagine di una Basilicata che ha sempre cercato di distinguersi dalle altre Regioni del Mezzogiorno, spesso riuscendovi.
Ma le parole del gip di Potenza, Luigi Spina, sono pesanti: nell’ordinanza di arresti domiciliari per Vincenzo Viti (Pd, assessore al lavoro), Rosa Mastrosimone (esterna Idv, assessore all’agricoltura) e Nicola Pagliuca (capogruppo del Pdl), il magistrato ha parlato di ”scenario desolante e imbarazzante”, di ”vero e proprio sistema di condivisa e diffusa illegalità”, della ”tracotante convinzione di immunità” degli indagati, protagonisti di un ”vario e diversificato catalogo” di richieste illecite. Valutazioni condivise dal Procuratore della Repubblica, Laura Triassi, che ha parlato di uno ”scenario di diffusa illegalità”.