Vittorio Feltri a Beppe Grillo: “Arrenditi”. “M5s inerte” “Elettori non tonni”.

Vittorio Feltri contro Beppe Grillo: “Grillo arrenditi” è  l’invito che domina la prima pagina del Giornale di Berlusconi il 28 maggio. Sottotitolo:

“Dalle stelle alle stalle. Alle Comunali flop dell’antipolitica, blog in rivolta contro il comico”.

Scrive Vittorio Feltri che

“s’è registrata un’autentica débâcle del Movimento 5 stelle. Che era prevedibile, ma non nella misura riscon­trata. I consensi dei grillini si sono pressoché dimezza­ti in tre mesi. Il successo alle politiche dello scorso febbraio fu dunque un fuoco di paglia? È probabile. Presto per dire che il Movimento sia spac­ciato, ma è lecito parlare di ridimensionamento verso il basso”.

La colpa, secondo Vittorio Feltri, è nella

“inerzia degli adepti di Beppe Grillo” che è stata tale da suscitare perplessi­tà negli elettori che, entusia­sticamente, avevano confi­dato in loro per rinnovare il sistema. In pratica, lo stile del Palazzo e di chi lo fre­quenta non è mutato né s’in­travede la possibilità che possa cambiare con il con­tr­ibuto dei senatori e dei deputati grillini, che hanno ri­velato un’insipienza allar­mante, una totale incapaci­tà­ di autogestirsi e di imma­ginare scenari diversi da quelli usuali, logori e privi di prospettive”.

Affonda il coltello Vittorio Feltri:

“Il problema grillino è drammatico: il M5S è costi­tuito da personaggi senza spessore, addirittura ridico­li nella loro fragilità. Essi so­no stati scelti a capocchia dai fanatici della Rete e alla prova dei fatti hanno dimo­strato di essere inetti. Basta guardarli in faccia per capire quanto siano spaesati. L’unica loro preoccupazione è non per­dere la cadrega. […] Dall’inizio della legislatura non sono stati in grado di farsi notare se non per le loro beghe interne sulle in­dennità e sui rimborsi ai parlamentari”.

La diagnosi di Vittorio Feltri, che gli viene facile perché l situazione non sembra diversa da quella del rapporto fra Pdl e Berlusconi, è questa:

“Esaminando le percen­tuali dei suffragi raccolti dal Movimen­to, si deduce che se Grillo non scende personalmente nell’arena, e non pro­mette mari e monti inesistenti, la sua squadra va allo sbando ed esaurisce la propria forza propulsiva. Si smoscia e non raccoglie neanche il 50 per cento di quanto presuntu

Vittorio Feltri: “Liste Pdl da vomito. Berlusconi ha ricandidato le mignotte. Voto Grillo” (LaPresse)

osamente si era ri­promessa di riscuotere”.

Perché?

“Sotto il vestito da rivoluzionari in­dossato dai grillini non c’è niente. Essi sono dei borghesucci. Hanno aspira­zioni modeste, non vedono al di là del loro naso, annegano in un cucchiaio di acqua.

“Non lo diciamo noi che siamo di par­te, anche se non sappiamo quale parte sia, ma i numeri, che sono feroci, crude­li e certificano un fallimento peraltro at­teso. Era ingenuo pensare che un uo­mo solo, per quanto vispo, fosse in gra­do di gestire, senza organizzazione né programmi aderenti alla realtà, un mo­vimento politico, anzi impolitico. La Rete va bene per prendere i pesci, ma gli elettori non sono tonni”.

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