Voto di preti e suore, polemica tra Fassino e la Lega

Caccia aperta al consenso dei religiosi, tanto da “scatenare” una polemica fra Piero Fassino e la Lega Nord. «Chiederò a suore e preti, fino al cardinale Bagnasco, di votare Partito democratico alle elezioni regionali di marzo», è la garanzia che oggi l’ex leader Ds ha dato a Genova.

Ma l’appello di Fassino ha provocato la levata di scudi della Lega che, dimenticando la dispersione del voto cattolico, è convinta che «i curati votano per il Carroccio. Il Pd cerca da sempre, con alterne fortune e molti maldipancia interni, di intercettare l’elettorato moderato e cattolico. In questa direzione andava l’elezione in Parlamento della pattuglia teodem, da Paola Binetti a Luigi Bobba, e soprattutto il ruolo di primo piano sempre ricoperto dagli ex Ppi. Ora che Binetti non c’è più, il Pd non rinuncia però a parlare anche ai credenti. E a cercare il loro voto».

«In un incontro di partito la settimana scorsa c’erano cinque suore, non si preoccupi», è la rassicurazione che Fassino, durante una manifestazione elettorale nel capoluogo ligure, dà all’ex presidente nazionale dell’Ordine Francescano Secolare Nerina Pittaluga che aveva appena cercato, bloccata dalla sicurezza, di salire sul palco per invitare a votare perché il non voto «è un peccato di omissione per ogni cattolico».

Ma l’impegno dell’ex segretario dei Ds a cercare il voto di preti e suore porta alla replica del senatore leghista Giuseppe Leoni: «Fassino convinca i vescovi e i cardinali e chieda loro i voti, però non sa che i parroci, i curati, quelli che stanno sul territorio fra la gente, votano tutti Lega».

Controreazione del deputato Luigi Bobba: «Ma la Lega non inneggiava al Dio Po e promuoveva i matrimoni celtici? Nessuno può arrogarsi il diritto di rappresentare interamente il voto cattolico».

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