Catanzaro: Wanda Ferro sceglie Rino, la presidente e il fidanzato direttore

Wanda Ferro

CATANZARO – Wanda Ferro, presidente della provincia di Catanzaro, una volta eletta ha dovuto nominare un direttore generale. Ruolo che, per regolamento, il presidente deve scegliere tra personalità che godono della sua massima fiducia. Come il suo fidanzato. Mettiamoci nei panni della signora Wanda Ferro, una carriera costruita sulla lotta all’antipolitica. Avrà pensato e vagliato curricula. Avrà passato settimane a cercare quella persona che unisse capacità e competenza a esperienza. E che fosse anche affidabile, discreta e devota.

Ma la signora Ferro ha la fortuna dalla sua, perché alla fine la soluzione l’ha trovata proprio in casa. D’altra parte perché rischiare con qualcuno di competente ma esterno. Molto meglio affidare quel compito gravoso e ben remunerato al proprio fidanzato.

Chi meglio di lui? E così direttore generale è diventato l’amato Amato, gioco di parole inevitabile perché il signore in questione di nome fa proprio Gennaro Amato. Rino, per la sua compagna Wanda. La storia la ricostruisce Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera. La presidentessa, Pdl, ex Msi, vicinissima al governatore Scopelliti, ha preferito andare sul sicuro. Non è certo l’unica, d’altra parte. Se il regolamento della Provincia così come di altri enti locali consente di nominare amici, fidanzati, cognati o suoceri, perché Wanda Ferro non avrebbe dovuto scegliere il fidanzato?

E infatti, puntuale, la signora Ferro ha spiegato quella scelta dicendo: “Considerato che la nomina di direttore generale viene effettuata dal presidente sulla base di un rapporto prettamente fiduciario…”. “Rapporto prettamente fiduciario”, eccola la spiegazione. Ma qualcuno deve averle chiesto spiegazioni più dettagliate che la signora Ferro ha offerto noncurante delle possibili ironie: “Interpellato al riguardo (il signor Amato, ndr) si è dichiarato disponibile a espletare la funzione di direttore generale dell’ente, mantenendo ad interim le funzioni di dirigente dell’area gestione territorio e patrimonio nonché di dirigente ad interim dei settori afferenti l’area medesima, se non coperti da altro dirigente”.

Quanta allure burocratica che però a stento nasconde, sotto il linguaggio dell’ufficialità, una politica “casereccia”, fatta in casa. Il signor Amato sarà anche qualificatissimo per il ruolo, certo i criteri di selezione lasciano un po’ perplessi.

Wanda Ferro e compagno ne avranno parlato in casa? Avrà dovuto insistere molto, la presidentessa, per convincere l’amato a sobbarcarsi questo incarico? Avranno dovuto ridiscutere il menage familiare visto che Gennaro, “Rino”, dovrà sommare al ruolo di direttore generale ben altri due ruoli dirigenziali?

Stella ripercorre brevemente le tappe della carriera politica di Wanda Ferro: cresciuta nel mito di Giorgio Almirante, nemico acerrimo di ogni forma di clientelismo. Coordinatrice provinciale del Pdl, difende da sempre le Province dai tagli della politica. Soprattutto le 5 calabresi, tra cui la sua. “Mal sopportiamo il peso di nuove riforme che mirano all’abolizione delle Province, altro risultato negativo prodotto dal clima di caccia alle streghe dell’antipolitica”, ha detto ai dirigenti del Pdl.

Le Province, secondo Ferro, vanno mantenute e chi le vuole tagliare è solo schiavo di qualunquismo, demagogia e populismo: “Un clima di sfiducia che genera un’antipolitica dilagante e nociva”. Che soluzione propone allora? Bisogna tornare a una politica che deve essere “la sintesi delle parole e dei fatti”. A cominciare dal fidanzato promosso direttore generale, evidentemente.

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