Zanda contro Berlusconi: “In politica estera solo fallimenti”

Luigi Zanda

Per il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, sulla politica estera Silvio Berlusconi non può bluffare.

Zanda, intervenendo nella mattinata di giovedì 30 settembre in Senato spiega: “Ricordo i fallimenti dei tentativi di Berlusconi volti a ottenere la presidenza del Parlamento europeo, la carica di ministro degli esteri dell’Ue, la presidenza dell’Eurogruppo. Tutte cariche che l’Italia ha esplicitamente richiesto e che, senza complimenti, l’Europa e il Ppe le hanno negato. Della recente tornata di nomine dei nuovi ambasciatori dell’Unione Europea ci restano in mano le ambasciate in Albania e in Uganda. Due nobili paesi, ma certo non dimostrano l’affidabilità del nostro Paese in Europa. Eppure, Berlusconi ha sostenuto che ‘il nostro Paese svolge un ruolo da protagonista sulla scena internazionale. È una affermazione forte che merita d’essere discussa e sulla quale ho molte riserve”.

“L’Italia – continua Zanda – deve gran parte della sua rilevanza nello scacchiere internazionale alla partecipazione alle numerose missioni di pace in cui è impegnata con militari che sanno distinguersi per il loro altissimo livello di professionalità, per la generosità con cui adempiono ai loro doveri, versano il loro sangue, e persino muoiono. Ora, quel prestigio, acquisito a un prezzo così alto, viene vanificato da una politica estera che troppo spesso, a dispetto della qualità dei nostri soldati e della nostra diplomazia, sembra preferire una presenza internazionale fatta di vanità, esibizionismo e vacuità. È l’insieme di questa modestia politica che determina la nostra vistosa perdita di ruolo nel mondo”.

“Questa – aggiunge Zanda – è la domanda che pongo. Come sia possibile che il prestigio conquistato con tanto sacrificio venga compromesso dalla piccineria di una politica estera provinciale e di così poco respiro. Gli italiani ricordano la ‘politica del cucù’, i gesti scaramantici nelle foto ufficiali e le barzellette nei summit dei grandi del mondo. Sono comportamenti macchiettistici sbandierati come strumento in grado di superare tutte le barriere e farci guadagnare punti nei rapporti internazionali. In politica estera quando le gaffe, le imprudenze, gli errori di stile, diventano la costante di un governo, non ci si può sorprendere del discredito, né ci si può lamentare dei giudizi corrosivi della grande stampa internazionale indipendente”.

“La nostra affidabilità è compromessa dalle modalità con cui l’onorevole Berlusconi gestisce i rapporti con Putin, con Gheddafi e Lukashenko, in un clima di gelosa esclusività, dove i legami personali sembrano rivestire un’importanza ben maggiore dell’interesse nazionale ed europeo”. E aggiunge Zanda: “Non corrisponde all’interesse nazionale definire Putin ‘dono del Signore’. O sostenere che Lukashenko è molto amato perché in Bielorussia ‘i risultati delle elezioni sono sotto gli occhi di tutti’. Berlusconi dimentica le dure contestazioni dell’Osce sulla correttezza di elezioni che hanno prodotto il mirabolante consenso dell’83%. Non corrisponde alla dignità dell’Italia chinarsi a baciare la mano di Gheddafi. Le fotografie di quel bacio, pubblicate sui giornali di tutto il mondo, hanno fatto arrossire gli italiani”.

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