11 settembre, rapporto segreto svela presunti legami tra sauditi e attentatori

11 settembre, rapporto segreto svela presunti legami tra sauditi e attentatori
(Foto Ap/LaPresse)

NEW YORK – Sembrano destinati ad inasprirsi ulteriormente i rapporti tra Arabia Saudita e Stati Uniti, alla luce di nuovi dettagli emersi sul possibile coinvolgimento di Riad negli attentati dell’11 settembre.

A sostenere la tesi è il New York Post, che cita indiscrezioni trapelate dai documenti dell’indagine indipendente ordinata dal governo americano, e “censurati dall’allora presidente George W. Bush”. Dopo gli attentati dell’11 settembre, il governo concluse che Al Qaida aveva agito da sola, ma dalle 28 pagine del rapporto tenuto segreto emergerebbe che per la Cia e l’Fbi, l‘Arabia Saudita e alcuni suoi funzionari di alto rango avrebbero aiutato l’organizzazione terroristica fornendo sostegno finanziario e logistico. Due senatori, il repubblicano Walter Jones e il democratico Stephen Lynch, vogliono che sia rotto il silenzio sulle quelle 28 pagine, e hanno già presentato una risoluzione per costringere Obama a renderle pubbliche.

Sui presunti rapporti tra funzionari sauditi e gli attentatori dell’11 settembre sono già emerse diverse notizie. Per esempio, il fatto che Fahad al Thumairy, del consolato di Los Angeles, ha organizzato il gruppo di accoglienza per due dei dirottatori, Khalid Al Minhdhar e Nawaf al Hazmi. Mentre l’allora ambasciatore saudita a Washington, il principe Bandar, ha inviato 130 mila dollari a Osama Bassnan, che sono poi arrivati ai due dirottatori in California.

Ma sono in diversi a credere che nelle pagine censurate del rapporto possano trovarsi altri scottanti segreti. Bill Doyle, che ha perso il figlio negli attacchi al World Trade Center edè capo della Coalition of 9/11 Families, ritiene che sia avvenuto un “insabbiamento di prove oltre ogni immaginazione”.

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