Obama snobba Berlusconi, Merkel e Sarkozy. Vede solo Cameron e poi: Corea, Cina, India, Giappone, Indonesia

Pubblicato il 26 Giugno 2010 - 07:57 OLTRE 6 MESI FA

Per bilanciare l’evidente e comprensibile sbilanciamento asiatico, Obama, che sembra avere un debole per festeggiare sempre i 50 anni di qualcosa, ha annunciato che in Agosto inviterà i capi degli Stati africani, 18 in tutto, che in quel mese celebreranno i 50 anni di indipendenza: ”Per quella data avrò 49 anni. Mio padre apparteneva a quella prima generazione di africani venuta negli Stati Uniti. All’epoca dell’era dell’indipendenza vi furono anche molte delusioni e adesso, 50 anni dopo, vogliamo fare in modo che le cose siano indirizzate nel binario giusto”. Naturalmente il tutto condito con le solite questioni di sicurezza, problemi sociali e problemi dei giovani.

Il fatto che cinque dei sei interlocutori di Obama siano dirigenti di paesi asiatici e il sesto sia il britannico Cameron dà il senso del nuovo orientamento americano e dei loro interessi, che si riflettono nelle scelte del Presidente: perché perdere tempo con i rappresentanti dell’Europa continentale, incapaci di uscire dalla crisi, incapaci di dare una sterzta vera alle pastoie strutturali che bloccano i loro paesi (questo nell’ottica americana: il fatto che l’Europa occidentale sia anche una regione molto socialista ha consentito al vecchio continente di superare la crisi senza grandi sconquassi, anche se il prezzo di ciò sarà la lentezza della ripresa). Per Obama, i vari Berlusconi, Sarkozy, Merkel, sono poco più che delle macchiette: arroganti, presuntuosi, supponenti e anche razzisti, che ora rischiano di creare anche un’altra bega internazionale con la voglia punitiva tedesca nei confronti delle banche.

Sarà un tema di rilievo a Toronto. Obama ha già detto, durante la riunione del G8, che quella del controllo sul capitale bancario è la questione chiave nell’impegno per rafforzare il sistema finanziario globale. Secondo un funzionario della Casa Bianca, ”Obama ha parlato in modo ampio della questione del capitale e del fatto che nella riunione del G20 speri di vedere progressi su quello che considera il problema chiave per cambiare il modo in cui gli istituti finanziari guardano al rischio”.

Ma, al di là della demagogia di facciata, Obama sa bene che le grandi banche controllano il suo Governo e contro gli interessi di Wall Street anche lui può fare ben poco. Contro le idee dei tedeschi si sono schierati i russi, dei quali Obama ha più bisogno che degli europei e con i quali è arrivago a scambiarsi i messaggini con twitter; e ora, a complicare ulteriormente le cose ci sono gli asiatici, per i quali ha parlato venerdì al G8 il premier giapponese, Naoto Kan.  Lo ha con chiarezza alla cancelliera tedesca, Angela Merkel. Secondo un portavoce del governo giapponese, Naoto Kan ha detto alla Merkel che “il fallimento di Lehman Brothers non ha particolarmente colpito il nostro sistema bancario. Sistema nel quale gia’ esiste una forma di deposito assicurativo, un fondo, per far contribuire le banche ai costi di eventuali crisi”. Naoto Kan ha quindi sottolineato alla Merkel ”l’importanza di valutare l’impatto che una misura del genere può avere sull’economia”.