Afghanistan: gli Usa e i contatti con i Taliban. Ritiro simbolico?

NEW YORK – Il capo del Pentagono, Robert Gates, ha confermato che sono in corso contatti tra gli Stati Uniti e i Talebani in Afghanistan ma esprime prudenza sul ritiro delle truppe Usa che iniziera' il mese prossimo, nonostante le pressioni, specie parlamentari, per accelerarlo ora che Al Qaida risulta decisamente indebolita dopo la morte di Osama bin Laden e una ventina di altri leader.

Con i Talebani ''penso ci sia stata la volonta' di discutere da parte di un certo numero di paesi, compresi gli Stati Uniti – ha detto Gates alla Cnn-, direi che i contatti sono assolutamente preliminari a questo stadio''.

Per il segretario alla Difesa, che lascera' l'incarico alla fine del mese, e' pero' fondamentale capire ''chi rappresenta davvero i Talebani'', prima di avviare discussioni serie, anche perche' ''non vogliamo trovarci a discutere ad un certo momento con qualcuno che in realta' e' un indipendente''.

Sull'entita' e il calendario del ritiro dall'Afghanistan, Gates non ha voluto entrare nei dettagli e soprattutto non ha voluto commentare le parole del senatore democratico del Michigan Carl Levin, presidente della commissione Forze Armate, che auspica un ritiro di 15mila militari Usa entro l'anno, anche per ragioni di spesa pubblica, su un totale di 130mila, forze della Nato comprese. Riconoscendo i ''sostanziali progressi militari sul terreno'', Gates, famoso per non avere peli sulla lingua, ha detto che ''qualunque sara' la decisione che (il presidente Usa Barack Obama) prendera', un numero significativo di soldati rimarra' in Afghanistan'', viste anche le incertezze legate all'avvio dei primi contatti preliminari con i Talebani.

Il numero uno del Pentagono ha pero' concesso che il ritiro dovra' essere ''politicamente credibile'', soprattutto in un momento di difficolta' di bilancio, e a pochi mesi dal momento in cui la campagna elettorale per le presidenziali del 2012 entrera' nel vivo. Secondo il New York Times, visti i successi ottenuti contro al Qaida, il ritiro potrebbe essere piu' sostanziale del previsto, anche perche' la decisione di Obama di inviare 30 mila soldati supplementari alla fine del 2009 aveva come obiettivo proprio di neutralizzare la multinazionale del terrore islamico.

Pochi giorni fa, il Wall Street Journal scriveva l'esatto contrario, e cioe' che il Pentagono sta premendo per un ritiro simbolico, perche' la situazione e' ancora molto fluida in Afghanistan. Piu' a lungo termine, Gates vede le cose come in Iraq: ''Gli Stati Uniti manterranno un ruolo chiave per lasciare agli afghani la possibilita' di costruire le loro forze per sconfiggere i Talebani, prima di trasmettere loro il controllo. Tra oggi e il 2014, sara' un momento di transizione''.

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