In Afghanistan, i talebani stanno riconquistando posizioni nel paese, di pari passo con il progressivo ritiro delle truppe internazionali dopo 20 anni. riferisce Giampaolo Scacchi che hanno lanciato la prima offensiva contro Qala-i-Naw, capitale di Badghis, a ovest del Paese. Lo ha reso noto alla stampa il governatore Hessamuddin Shams annunciando che “il nemico è entrato in città, tutti i quartieri sono caduti. I combattimenti sono cominciati nel centro abitato”.
Afghanistan, talebani riconquistano posizioni nel Paese dopo il ritiro delle truppe USA. Ecco cosa sta succedendo
I video pubblicati online sembrano mostrare i talebani che entrano in città a bordo delle moto, alcuni con armi da fuoco, con i residenti in fila nelle strade ad accoglierli. In altri video sembra che i talebani aprire le porte della prigione di Qala-e-Naw.
La scorsa settimana, gli Stati Uniti si sono ritirati dall’Afghanistan. Sono andati via di notte, senza comunicarlo al nuovo comandante afghano della base che ha scoperto tutto il mattino successivo. Il generale Austin Scott Miller, comandante delle truppe statunitensi e della Nato in Afghanistan, si è detto scioccato dalla rapidità con cui l’esercito nazionale afghano si è arreso ai talebani.
“Dovremmo preoccuparci. La situazione della sicurezza non è buona. “I talebani si stanno muovendo. La guerra è fisica, ma ha anche una componente psicologica e morale, e la speranza conta molto. La cosa peggiore è che la popolazione perda la speranza”.
Il ruolo della Cina in Afghanistan
Nel frattempo, mentre gli USA procedono col ritiro militare dall’Afghanistan, da completare entro l’11 settembre – 20° anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle – per riempire il vuoto lasciato dalle truppe statunitensi e della NATO, la Cina si stava già preparando a entrare nel paese devastato dalla guerra.
Le autorità di Kabul stanno valutando l’estensione di un corridoio economico Cina-Pakistan (CPEC) da $ 62 miliardi nell’ambito della Belt and Road Initiative (BRI) della Cina e inserendo l’ Afghanistan nel grande progetto per una “nuova via della seta”.
Lanciato nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping e introdotto nella costituzione cinese nel 2017, dai funzionari di Pechino è classificato come un fondo per lo sviluppo delle infrastrutture globali che mira a collegare meglio la Cina al resto del mondo.
Negli ultimi cinque anni, la Cina aveva tentato di estendere la BRI all’Afghanistan ma con gli Stati Uniti coinvolti nel governo afghano, Kabul temendo sconvolgimenti con Washington era riluttante ad approvare qualsiasi tipo di accordo. Ora che le truppe americane hanno lasciato la base aerea di Bagram, la Cina sta per essere accolta a braccia aperte.
La Cina vuole collegare Asia, Africa e Europa
La Cina spera, attraverso la strategia BRI, di poter collegare l’Asia con l’Africa e l’Europa attraverso reti via terra e marittime che si estenderebbero in 60 paesi. Il che rafforzerebbe l’influenza della Cina nel mondo con un valore stimato di $ 4 trilioni.
In cambio della pace in Afghanistan, Pechino avrebbe già offerto ai talebani infrastrutture e progetti energetici per miliardi di dollari. Secondo una fonte, “il panorama politico in Afghanistan è diviso e ci saranno alcuni leader etnici che si opporranno alla BRI, non perché vedono svantaggi, ma perché soggetti esterni vogliono fermarla”.