Afghanistan, dopo le vittime civili Karzai alza la voce con la Nato

KABUL – L’Afghanistan e la Coalizione internazionale guidata dalla Nato che, da dieci anni, sostiene il peso del conflitto contro gli insorti antigovernativi sono giunti oggi ad un punto difficile delle loro relazioni, dopo che il presidente Hamid Karzai, ricevendo il generale americano David Petraeus, ha sostenuto che quando si parla di vittime civili ”le scuse non sono più sufficienti”.

Lo stesso Petraeus, che guida la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) aveva anticipato mercoledì la sua posizione sulla morte nella provincia orientale di Kunar ”di un gruppo di civili”, in realtà nove bambini che cercavano legna in un bosco del distretto di Dar-e-Pech.

Per l’occasione aveva chiesto ”scusa ai membri del governo afghano, alla popolazione dell’Afghanistan e ai membri sopravvissuti della famiglia di coloro che sono morti a causa della nostra azione”.

E oggi il generale americano si è recato, come aveva promesso, nel palazzo presidenziale per manifestare ”il suo profondo dolore” davanti alle vittime civili, trovando però un interlocutore poco propenso alla comprensione.

L’umore di Karzai durante l’incontro é stato affidato ad un comunicato in cui si sostiene che in un conflitto che dura ormai da oltre un decennio, il fatto che continuino ad esservi vittime civili innocenti ”non può più essere accettato”. Quindi che, pur apprezzando il gesto di Petraeus, in questo ambito delle semplici ”scuse non sono più sufficienti”.

La fase di tensione, notano gli analisti, è seria, anche perché, nonostante la revisione delle procedure a cui i vertici dell’Isaf fanno molta attenzione, gli ”errori” nel colpire gli obiettivi da parte delle forze straniere si sono moltiplicati, rendendo più difficile per il governo far accettare la presenza della Nato in Afghanistan.

Queste morti di civili innocenti si aggiungono alle molte provocate dagli attentati dei talebani, come quello odierno nella provincia sud-orientale di Paktika, costato la vita a 12 persone fra cui donne e bambini.

La dolorosa questione era fra l’altro già stata sollevata giorni fa dallo stesso Karzai durante la sua visita a Londra nel corso di una video-conferenza con il collega americano Barack Obama, in cui aveva sottolineato che le vittime civili provocate dai militari stranieri si sono trasformate negli ultimi tempi ”in un problema di grandi proporzioni” che ”deve essere adeguatamente affrontato”.

Da parte sua Obama si era rammaricato assicurando di avere rinnovato le istruzioni ai vertici militari americani affinché nella realizzazione degli attacchi contro gli insorti si evitassero simili problemi.

Ma il malessere nella società afghana è crescente, come hanno dimostrato le centinaia di persone scese in piazza oggi a Kabul per denunciare l’uccisione di persone innocenti nelle operazioni militari della Coalizione internazionale, gridando slogan ostili agli ”invasori americani”.

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