Ahmad Massoud guiderà la resistenza afghana nel Nord del Paese. Per l’esattezza nella regione del Panjshir. Qui si stanno riunendo i combattenti anti talebani. Tra di loro ci sono anche ex militari dell’esercito afghano. Ahmad è il figlio del comandante Massoud, figura leggendaria del fronte anti talebano.
Ahmad Massoud, capo della resistenza afghana in Panjshir
“Sono in Panjshir, con combattenti pronti di nuovo contro i Talebani. Abbiamo tante armi, che abbiamo immagazzinato negli anni sapendo che questo giorno poteva arrivare”. Così scrive lo stesso Massoud in appello pubblicato dal Washington Post.
“Abbiamo anche le armi di chi si è unito a noi nelle ultime 72 ore, e i soldati dell’esercito che hanno rifiutato di arrendersi, disgustati dalla decisione dei loro comandanti” di abbandonare città e villaggi davanti all’avanzata talebana. Nella Valle, “sventolerà la bandiera dell’Alleanza del Nord” quella issata dal padre nel 1996 contro i Talebani.
L’appello di Massoud a Stati Uniti e Occidente
“Gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno lasciato il campo di battaglia, ma l’America può ancora essere ‘un grande arsenale per la democrazia’ come disse Franklin Roosevelt”, avverte Massoud, “Le nostre disponibilità militari non dureranno per sempre. finiranno velocemente finché i nostri amici in Occidente non troveranno una strada per equipaggiarci senza ulteriori ritardi”. Questo è il suo appello.
In Panjshir si sarebbero tessute le trame dell’alleanza con l’ex primo vicepresidente afghano del deposto governo di Kabul, Amrullah Saleh, il “presidente ad interim legittimo” del Paese, come si è dichiarato nelle ultime ore, all’indomani di altre dichiarazioni di fuoco contro i Talebani: “Noi afghani dobbiamo dimostrare che questo non è il Vietnam e i Talebani non sono affatto i Vietcong”, ha tuonato lanciando l’appello a “unirsi alla resistenza”.
Nel suo scritto, Massoud parla di altri militari “in cammino verso la Valle” e anche di “unità delle Forze speciali che si sono già unite alla lotta”.
I soldati afghani addestrati in India
Le notizie di questo ‘esodo militare’ erano iniziate a spuntare nei giorni scorsi in molti resoconti e soprattutto sui quotidiani indiani. Molti ufficiali afghani sono stati infatti addestrati a New Delhi. “C’è ancora speranza, combatteremo”.
Così riferiva uno di questi soldati: “Sono nascosto, i Talebani mi cercano. Mio fratello è già arrivato in Panjshir, io non sono riuscito ancora”. Secondo alcune fonti sarebbero centinaia, addirittura “migliaia” gli afghani che si sono rifugiati nella Valle, e quelli che ci si stanno dirigendo, non riuscendo a lasciare il Paese.
Molti altri ancora inseguono la speranza, la leggenda del passato, vanno in Panjshir per combattere. E hanno trovato qualcuno disposto a farlo: “Non importa cosa succeda, con i mujaheddin difenderemo il Panjshir, ultimo bastione della libertà afghana”, promette il figlio del comandate Massoud.