Al Qaeda si sta riprendendo l’Iraq. Dopo Mosul, Ninive e la regione dei pozzi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Giugno 2014 - 14:37 OLTRE 6 MESI FA

 

Al Qaida si sta riprendendo l'Iraq. Dopo Mosul, Ninive e la regione dei pozzi

Al Qaida si sta riprendendo l’Iraq. Dopo Mosul, Ninive e la regione dei pozzi

ROMA – Al Qaeda si sta riprendendo l’Iraq. Dopo Mosul, Ninive e la regione dei pozzi. Ieri è caduta Mosul, la seconda città di un Iraq precipitato di nuovo nella guerra civile: oggi gli estremisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), hanno esteso il loro controllo alla provincia di Baiji, dove è presente la maggiore raffineria del Paese. Isis ha appena rivendicato in una nota di aver preso la città di Ninive, capoluogo dell’omonima provincia nella quale hanno già conquistato Mosul.

Davanti ai pozzi petroliferi i ribelli non hanno incontrato resistenza: le 250 guardie si sono arrese senza combattere. La morsa di Al Qaida si sta chiudendo intorno al governo legale imposto dagli Usa: i combattenti riuniscono formazioni finora impegnate in Siria contro Assad, riuniscono i sunniti ostili a Baghdad e che nel paese sono ormai padroni da 5 mesi di Falluja. Li guida Abu Bakr al-Baghdadi che può contare sul sostegno di attentatori e kamikaze, ma soprattutto di di miliziani provenienti anche dall’Occidente.  Se ne calcolano 12 mila (di cui 3mila dall’Occidente) e il timore è che la loro rete si tramuti in un esercito potenzialmente più pericoloso della stessa Al Qaida.

Al consolato turco di Mosul 48 persone, tra cui il console e alcuni bambini, sono state prese in ostaggio dai miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis). Tutti gli ostaggi sono di nazionalità turca.

I miliziani jihadisti sono entrati anche a Tikrit, città natale del deposto e defunto presidente iracheno Saddam Hussein. Tikrit si trova a circa 200 chilometri a nord di Baghdad, sull’autostrada che viene da Mosul, caduta ieri nelle mani degli insorti.

Proprio a Baghdad c’è stato un attentato suicida contro un quartiere abitato prevalentemente da sciiti. Almeno sedici civili sono rimasti uccisi.