Usa. Un nero venuto dal nulla affronta un potente senatore bianco alle elezioni di novembre

Mai visto nè sentito. Timido, impacciato, e non particolarmente di intelligenza fulgida. Beh, adesso, nella Carolina del Sud – dove i neri sono ancora guardati con malcelato sospetto – Alvin Greene lo conoscono tutti per essere riuscito in un’impresa che a prima vista sembrava assolutamente folle: l’ex-”tartaruga” – così lo chiamavano a scuola per la sua lentezza – ha vinto la nomination democratica senatoriale per le elezione di medio-termine che si svolgeranno a novembre, dove dovrà vedersela con il potente senatore repubblicano Jim De Mint che si ripresenta candidato.

I cittadini di Manning, immediatamente assaliti da stampa e televisione dopo la netta vittoria di Greene, ricordano tutti Alvin, 32 anni, sempre appartato al liceo, unico membro nero della scuola di tennis, non discriminato – adesso è contro la legge – ma con amici che si potevano contare sulle dita di una mano.

Sfortunato anche in famiglia, come accertato dalla famelica banda di giornalisti precipitatisi a Manning: la madre morta di cancro quando Alvin era ancora un ragazzo, un fratello morto di fibrosi cistica, un padre malato.

Queste le poche notizie su di lui, che però rimane avvolto da parecchi punti interrogativi. Dice che ha fatto la campagna elettorale ma non ricorda dove. Non ha personale che lo aiuti. Si vanta di aver prestato servizio nell’esercito e nell’aviazione, ma non specifica cosa ha combinato per essere stato congedato ”involontariamente”.

”Le cose che non si sanno su di lui, sono molte di più di quelle che si sanno” ha commentato un residente di Manning. L’Associated Press , però, è riuscita a scoprire che il 32enne è stato condannato in passato per aver mostrato materiale pornografico a una ragazzina del college.

Il giallo si infittisce e le voci corrono. Alcuni quotidiani gridano al complotto, sostenendo che dietro la sorprendente vittoria ci siano in realtà i repubblicani. Dando il loro voto al candidato più debole si sarebbero assicurati un netto vantaggio nelle elezioni di novembre, dove battere Greene diventerebbe davvero un gioco da ragazzi.

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