L’ambasciatore israeliano Lewy: “Le parole del Papa su Israele forzate dai media”

Papa Benedetto XVI

L’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Mordechai Lewy, si è detto oggi “molto dispiaciuto” per alcune affermazioni critiche nei confronti di Israele attribuite a papa Benedetto XVI e al documento preparatorio del Sinodo per il Medio Oriente da vari organi d’informazione.

C’é stato “troppo sforzo interpretativo” da parte dei media – ha detto Lewy all’ ANSA – favorito, a suo giudizio, da alcune incongruenze tra la versione originale inglese del documento e la traduzione ufficiale in italiano fornita dalla Santa Sede.

Oltre a confondere le parole pronunciate dal Papa all’omelia della messa celebrata a Nicosia durante il suo recente viaggio apostolico a Cipro e quelle pubblicate nell’Instrumentum laboris – ha rilevato l’ambasciatore israeliano – “alcuni giornali hanno attribuito al pontefice la volontà di accusare Israele di aver causato la ‘destabilizzazione’ del Medio oriente, ma questo termine nel testo inglese del documento non appare esplicitamente, e tanto meno riferito solo a Israele, ma semmai al conflitto israelo-palestinese, nel quale Israele è solo una delle parti in causa”.

A irritare particolarmente la diplomazia israeliana è un passaggio della traduzione italiana che scambia “l’occupazione israeliana della Palestina” del testo inglese con “l’ingiustizia politica imposta ai palestinesi”. “Frase inventata – insiste Lewy – e giustapposta ad altre in cui le critiche non appaiono rivolte solo a Israele, ma alla comunità internazionale, agli altri Paesi dell’area, soprattutto quelli in cui la minoranza cristiana appare più colpita, e all’ ‘egoismo’ delle grandi potenze”.

Dal canto suo il Papa, nell’omelia di Nicosia – ha sottolineato Lewy – “non ha fatto altro che esprimere il legittimo auspicio di una soluzione del conflitto”, un obiettivo che – assicura – è anche di Israele, anche se – ha affermato il diplomatico – “é un’illusione pensare che la sola soluzione del conflitto israelo-palestinese possa riportare stabilità nell’area e sicurezza per i cristiani, punto centrale dell’attenzione del pontefice”.

Lewy ha infine sottolineato alcuni “passaggi interessanti” dell’Instrumentum laboris presentato a Cipro, tra i quali l’invito al dialogo tra tutte le religioni, distinguendo però l’aspetto religioso da quello politico, “nel quale il Vaticano, giustamente, non vuole entrare”. Per quanto riguarda la traduzione del Vaticano, l’ambasciatore Lewy ha detto che non chiederà spiegazioni in Vaticano, per quanto si sia trattato di “un incidente, certamente non positivo”.

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