Antonio Razzi: “Da Kim Jong-Un per pace in Corea del Nord. Ci siamo già visti”

Antonio Razzi: "Da Kim Jong-Un per pace in Corea del Nord. Ci siamo già visti"
Antonio Razzi (foto Lapresse)

ROMA – Antonio Razzi vuole promuovere la pace tra Corea del Nord e Corea del Sud. Il senatore Pdl (ex Idv che votò la fiducia a Berlusconi e cambiò schieramento) da tempo continua a dire che lui può convincere Kim Jong Un a sotterrare l’ascia di guerra. Oggi ne parla Renato Benedetto sul Corriere della Sera. Razzi gli ha spiegato di aver già incontrato il leader nordcoreano, anche se non è riuscito a spiegargli le sue intenzioni:

spiega il senatore, con la Corea del Nord c’è un rapporto che viene da lontano. Basato su competenze («mi occupo della questione da tempo») ed esperienza («partecipo alle missioni in Corea da sei anni»). Anche se questa volta è diverso: «Con Kim Jung-un non ho mai parlato a quattr’occhi».

Ma come, in un’intervista su Rete 8 ha raccontato di averlo incontrato, che «lui ha studiato a Berna e avete parlato in tedesco»? «Ci siamo visti, ma non a quattr’occhi. Non sono riuscito a fargli il discorso che volevo, è un po’ difficile». Ma con la diplomazia, assicura, i rapporti vanno avanti. Razzi ha incontrato, qualche settimana fa, l’ambasciatore nordcoreano. «Il primo passo sarà organizzare un incontro tra i diplomatici di Nord e Sud Corea, a cena»

Benedetto racconta anche le reazioni dei colleghi di Razzi, anzi di un rappresentante del governo:

il viceministro degli Esteri Lapo Pistelli, racconta Razzi, quando ha sentito i propositi della sua missione ha sorriso: «Se ci riesci, ti daranno il Nobel per la pace». «Ma non vado cercando queste cose», si schermisce il senatore

Ma Razzi, riporta Benedetto, è davvero intenzionato a diventare il ramoscello d’ulivo che può passare alla storia:

«Qualcuno ha ironizzato, ma forse ci voleva proprio Antonio Razzi per cercare di promuovere un progetto che nelle mie intenzioni dovrebbe portare, perché no, a un ravvicinamento tra i due Paesi, e a una riunificazione, a distanza da quel lontano 1953 quando al termine della guerra si separarono. Far cadere quel “muro”, lungo il 38° parallelo, come si è riusciti a buttare giù quello delle due Germanie nel 1989, è ancora un sogno che potrebbe, però, diventare realtà».

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