Argentina. Dieci in corsa per la presidenza, compresi quattro ex

Pubblicato il 4 Gennaio 2010 - 15:24 OLTRE 6 MESI FA

Cristina Kirchner

Andreotti («Il potere logora chi non ce l’ha») docet anche in Argentina. A un anno di distanza dalle prossime elezioni presidenziali che sostituiranno la evanescente Cristina Kirchner sono già almeno dieci i pretendenti alla superpoltrona della Casa Rosada di Buenos Aires e, in perfetta coerenza con il motto andreottiano, corrono anche quattro superex presidenti. Che appaiono tutti molto logorati dall’avere perso il potere.

Il primo ad avere fatto capire che si mette sulla scia della moglie è Nestor Kirchner, presidente, prima della consorte, dal 2003 fino al 2006. Relativamente giovane Kirchner marito era stato clamorosamente sconfitto, sei mesi fa, alle elezioni legislative. Ma chi spunta alle sue spalle? Niente meno che il suo predecessore immediato Eduardo Duhalde, oggi 68 anni, che in lacrime aveva lanciato Kirchner, battezzandolo come il suo delfino.

Ci ha ripensato: ora lui pensa di essere il delfino del delfino e ha annunciato che ci riproverà: il paese ha bisogno di lui che lo aveva fatto uscire dall’incubo di Carlo Menem, l’erede più classico del peronismo-peronismo che regnò dal 1989 fino al 1999, riducendo l’Argentina a un punto tale che il popolo voleva eliminare l’intera classe politica ed era arrivato perfino al punto di rimpiangere i militari assassini delle giunte che insanguinarono il paese tra desaparecidos e guerre contro l’Inghilterra per riconquistare le isole Malvinas-Falkland.

Meno male che in questa corsa alla restaurazione di poteri incartapecoriti (e falliti) spunta anche qualche faccia nuova, come Francisco De Narvaez, espressione del nuovo peronismo del Pj, il “caballero” che ha sconfitto Nestor Kirchner nelle ultime legislative.

Contro di lui, tanto per allungare l’elenco dei pretendenti al potere, c’è anche qualche personaggio che il peronismo lo combatte, come Julio Cobos, erede dell’altra scuola politica argentina, i radicali, e pure Mauricio Macri, un liberal conservatore del Pro. Partiti minori che hanno solo la speranza di puntare, cinquantasette anni dopo, alla fine del peronismo e di tutte le sue infinite variazioni.