L’arrocco di Gerusalemme. Lucio Caracciolo su Repubblica

WASHINGTON – Barack Obama e Benjamin Netanyahu non si piacciono neanche un po’. Il loro colloquio di venerdì 20 maggio, quindi, è stato tutt’altro che un successo: premesse diverse e obiettivo troppo diverso. Scrive su Repubblica Lucio Caracciolo che entrambi puntano a rimanere in carica abbastanza per poter finalmente trattare con il successore dell’altro. Difficile, però, dire chi la spunterà.

Entrambi, spiega Caracciolo, hanno come obiettivo la sicurezza. Il problema, però, è che per sicurezza i due intendono cose molto diverse. Israele è al momento l’unica democrazia del medioriente e vuole rimanere tale. Gli Usa, invece, sperano di cavare qualcosa di buono dalla primavera araba e dalle rivoluzioni in corso.

Il fatto, spiega Caracciolo, è che il canale privilegiato Usa-Israele poggia proprio sull’unicità democratica dello Stato ebraico. Se le cose dovessero cambiare, invece, il “potere negoziale” di Israele ne risulterebbe intaccato. E non poco.

BlitzQuotidiano vi propone la riflessione di Caracciolo come articolo del giorno:

Quando due leader alleati escono da un incontro ammettendo che fra loro esistono «differenze», significa che la loro conversazione è stata piuttosto animata. Netanyahu e Obama non si amano e il colloquio di ieri alla Casa Bianca non li ha resi più amici. Uno e l’altro sperano di restare in carica almeno il tempo necessario per confrontarsi con i rispettivi successori. Ma le “differenze” non sono solo di gusti personali.

Gerusalemme e Washington sognano due mondi opposti. Israele è l`unica democrazia del Medio Oriente. E intende restarlo. Gli Stati Uniti sono invece convinti che la regione possa finalmente evolvere verso qualche forma di democrazia, come confermerebbero le rivolte incorso, dalla Tunisia all`Egitto, dalla Libia alla Siria. Il ragionamento israeliano si vuole strettamente pragmatico. Nella linea americana convivono, come d`abitudine, idealismo e realismo. Ma alla line la scelta di entrambi è guidata dalla sicurezza. Solo che la sicurezza di Israele secondo Netanyahu equivale all`insicurezza dell`America secondo Obama. E viceversa.

L`alleanza privilegiata dello Stato ebraico con gli Usa ha sempre poggiato sulfatto di essere la sola democrazia nella regione: un decisivo fattore di legittimazione presso il pubblico americano. Nel momento in cui perdesse questa sua unicità perché altri paesi mediorientali si fossero riconfigurati come democratici, l`influenza di Israele a Washington ne sarebbe seriamente intaccata. E con essa la sua sicurezza. Gli israeliani non apparirebbero più agli americani come una nazione “speciale”, quasi sorella, ma rischierebbero di essere confusi con le democrazie arabe. La posizione negoziale di Gerusalemme ne sarebbe erosa. (…)

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