Bagnasco: “Il federalismo sia solidale, serve una nuova generazione di politici cattolici”

Pubblicato il 2 Dicembre 2010 - 16:03 OLTRE 6 MESI FA

Angelo Bagnasco

Apre al federalismo e auspica una nuova generazione di politica cattolici che abbiano a cuore l’interesse del Paese. Il presidente della Conferenza episcopale italiana  Angelo Bagnasco parla al Forum Cei sui 150 anni dell’unità d’Italia e spiega che quest’ultima resta una ”conquista preziosa e ancoraggio irrinunciabile”.

Secondo Bagnasco, che riprende in parte le parole di Napolitano, ”nessuna ombra” su questa unità viene ”dai rapporti tra laici e cattolici, tra istituzioni dello Stato repubblicano e istituzioni della Chiesa cattolica”. Bagnasco chiede un ”federalismo veramente solidale” che non sia ”trovarsi accanto selezionando gli uni o gli altri in modo interessato, ma che è  fatto di stima e rispetto, di simpatia, di giustizia, di attenzione operosa e solidale verso tutti, in particolare per chi è  povero, debole, indifeso”.

”Quando in una società si mantiene la gioia diffusa dell’aiutarsi senza calcoli utilitaristici – ha osservato il presidente dei vescovi – allora lo Stato percepisce se stesso in modo non mercantile, e si costruisce aperto nel segno della solidarietà e della sussidiarietà”. Il porporato ha quindi ricordato il contributo dato alla società italiana dal volontariato cattolico e laico, e ”l’humus di base che innerva i rapporti nei mondi vitali – famiglia, lavoro, tempo libero, fragilità, cittadinanza”, ”che – ha detto – fa respirare in grande e che è condizione di ogni sforzo comune, e di operosa speranza”.

Il presidente della Cei Angelo Bagnasco auspica che nasca ”una generazione nuova di italiani e di cattolici che sentono la cosa pubblica come fattore importante e decisivo, che credono fermamente nella politica come forma di carita’ autentica perché volta a segnare il destino di tutti”. Si tratta di un ”sogno a occhi aperti” che non vuole ”disconoscere quanto di positivo c’è già” e si può nutrire della ”cooperazione scaturente da esperienze già presenti sul campo”.

‘All’interno di questa stagione di rinnovato impegno educativo, – ha chiarito il cardinale – si colloca pure quello che mi ero permesso di confidare come ‘un sogno’, di quelli che si fanno ad occhi aperti” (il riferimento è  a quanto detto durante il Consiglio permanente della Cei del gennaio scorso, ndr). ”Infatti, – ha proseguito – senza voler affatto disconoscere quanto di positivo c’è già e anzi con la cooperazione scaturente dalle esperienze già presenti sul campo, formulavo l’auspicio che possa sorgere una generazione nuova di italiani e di cattolici che sentono la cosa pubblica come fatto importante e decisivo, che credono fermamente nella politica come forma di carità autentica perché volta a segnare il destino di tutti. Alla luce di quanto determinante sia stato il contributo dei cattolici nella storia del nostro Paese – ha rimarcato – torno a sottolineare questa necessità”.

”Non vi è ragione di temere una prevaricazione ai danni della libertà da parte della Chiesa e dei suoi membri, i quali peraltro si attendono che venga loro riconosciuta la libertà di non tradire la propria coscienza illuminata dal Vangelo” ha poi concluso Bagnasco.