Bahrein, piazza delle Perle come piazza Tahir. “Collera” e proteste: due morti

Proteste in Bahrein

BEIRUT – Almeno due persone sono morte negli scontri che dal 14 febbriao infiammano il Bahrein, piccolo regno nel Golfo a metàstrada tra l’Iran e l’Arabia Saudita, dove migliaia di manifestanti sciiti chiedono a gran voce ”la caduta del regime” della dinastia sunnita dei Khalifa, al potere da due secoli e mezzo.

”Piazza delle Perle a Manama, in Bahrein, come piazza Tahrir al Cairo”, si legge in uno dei gruppi attivati su Facebook dai dimostranti, che hanno indetto per martedì un ”giorno della collera”, analogo a quello convocato lo scorso 25 gennaio contro il rais egiziano Hosni Mubarak, deposto dopo 18 giorni di proteste. Secondo l’agenzia Ap la piazza sarebbe di fatto in mano ai manifestanti.

Dopo la prima vittima di lunedì , Ali Mushayma (22), morto ”in seguito alle ferite riportate” durante scontri tra polizia e manifestanti di un villaggio sciita nei pressi della capitale, un altro giovane, Fadel Matruk, è stato ucciso il 15 febbraio  da una ”pallottola a frammentazione” sparata con molta probabilità dagli agenti nel tentativo di disperdere il corteo funebre dello stesso Mushayma, alla periferia di Manama.

Secondo fonti locali, un terzo giovane sarebbe deceduto oggi negli scontri, ma la notizia non ha ancora trovato conferme. Le proteste erano state organizzate via Internet e gli appelli alla ”sollevazione” (Intifada) erano rimbalzati sui social network proprio come accaduto in Tunisia e in Egitto. E come nelle piazze di Tunisi e del Cairo, i giovani dimostranti ripetono lo slogan ormai popolare in tutto il mondo arabo: ”Il popolo vuole la caduta del regime!”.

Gli attivisti sciiti del Bahrein chiedono una ”nuova costituzione” che garantisca loro una maggiore rappresentanza sulla scena politica, dominata dalla casa regnante sunnita. Questa rappresenta la minoranza della popolazione totale dell’arcipelago, che non supera il milione e mezzo di abitanti e che è  invece dominato dalla maggioranza sciita.

Il più ”povero” delle ricche monarchie ed emirati del Golfo, il Bahrein (che in arabo significa ”I due mari”), si trova in una invidiabile posizione strategica, e da anni ospita nei suoi porti la Quinta Flotta della marina Usa. Il malcontento della sua maggioranza sciita potrebbe, secondo alcuni osservatori, infiammare anche la repressa minoranza sciita della vicina Arabia Saudita. In un discorso in diretta TV, il re Hamad ben Issa al Khalifa ha espresso il suo ”rammarico” per la morte dei ”nostri due cari figli” e ha annunciato la formazione di una commissione d’inchiesta.

Nei giorni scorsi, lo stesso sovrano, salito al potere nel 1999 dopo la morte del padre, aveva assicurato alla sempre più irrequieta maggioranza sciita di aver previsto un aumento dei sussidi sociali per un costo totale di oltre 400 milioni di dollari.

”In seguito ai gravi disordini odierni”, il partito Wifaq, principale formazione dell’opposizione sciita, che nelle elezioni di ottobre scorso si era assicurato 18 dei 40 seggi del parlamento, ha oggi deciso di sospendere la sua partecipazione nell’assemblea legislativa, mentre i suoi deputati hanno ricordato che ”la soluzione per il Bahrain non è aumentare i sussidi ma tenere conto della maggioranza dei suoi cittadini”.

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