Bakiev lascia il Kazakistan. Lukashenko: “Se verrà in Bielorussia, saremo pronti ad accoglierlo”

«Se Bakiev decidesse di venire in Bielorussia, sarebbe il benvenuto». Lo ha detto Alexander Lukashenko dopo aver appreso la notizia della partenza dell’ex presidente kirghiso dal Kazakistan dove si era rifugiato lasciando la sua roccaforte nel Kirghizistan meridionale.

Lukashenko ha poi ribadito: «Se il presidente del Kirghizistan, avrà bisogno di sostegno e di assistenza in questo momento difficile per la sua famiglia, naturalmente, siamo disposti a fornirglielo. Quindi se intende venire in Bielorussia oggi, domani o dopo domani, saremo pronti ad accoglierlo». E ha concluso: «Questa è la mia decisione personale come Capo di stato, ne ho tutto il diritto».

Il ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni di Minsk, tuttavia, s’è affrettato a smentire: «Non sappiamo nulla di voli speciali dal Kazakistan», ha affermato il dicastero. Dove va dunque Kurmanbek Bakiev? Non si sa quale sia la destinazione del suo viaggio: qualcuno dice la Turchia o la Lettonia, altri pensano che sia diretto dal suo amico Alexander Lukashenko in Bielorussia. I suoi sostenitori, invece, si dicono certi che stia tornando proprio in Kirghizistan.

«Ha lasciato il Kazakistan e non ci sono ulteriori dettagli sulla sua destinazione», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri di Astana Ilyas Omarov a chi gli chiedeva dove fosse diretto Bakiev. L’ex presidente era fuggito nel sud del Kirghizistan il 7 aprile, mentre per le strade di Bishkek si combatteva una sanguinosa battaglia (almeno 83 morti) e l’opposizione nominava un governo provvisorio, esautorando di fatto il presidente e il governo. Poi, grazie a una mediazione che ha coinvolto il presidente Obama, l’omologo russo Medvedev e Nursultan Nazabaiev, presidente del Kazakistan, (che ha la guida per quest’anno dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), Bakiev aveva potuto lasciare il suo Paese per andare a Taraz, nel sud del Kazakistan, dove aveva firmato una lettera di dimissioni.

Da allora, su Bakiev s’erano affastellate voci. Qualcuno lo voleva depresso, qualcun altro sotto cure mediche. Ma, soprattutto, ci si chiedeva dove si sarebbe potuto rifugiare. In un primo momento s’è parlato della Turchia o della Lettonia. In Kirghizistan, intanto, regna ancora l’incertezza e il caos. Il sud, in cui la figura di Bakiev è ancora forte, è in fibrillazione. A Osh c’è stata una manifestazione con circa 1.500 sostenitori dell’ex presidente. A Jalal-Abad c’è stato un corteo ed è stato occupato il palazzo dell’amministrazione regionale, secondo quanto ha verificato l’agenzia di stampa Interfax. La notizia della partenza ha ringalluzzito qualche sostenitore dell’ex presidente: «Kurmanbek Bakiev tornerà presto in Kirghizistan. Vedrete che è vero», ha esclamato il nipote di Bakiev, Zamirbek Nuruiev che ha aggiunto: «Lui è il presidente, non s’è dimesso».

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