Banche: via libera all’accordo Basilea 3. Ora la parola al G20

Mario Draghi

La fumata dal conclave dei governatori delle banche centrali di mezzo mondo è arrivata nella serata di domenica 12 settembre, dopo una giornata di serrati lavori. L’accordo di Basilea3, che richiede requisiti più alti di patrimonio alle banche, pur con molte concessioni e caveat, è oramai scritto e mancano solo le firme dei Capi di Stato al G20 di novembre a Seul per il definitivo via libera.

Una piccola ‘rivoluzione’ che investirà il sistema finanziario di tutto il mondo traendo lezioni dalla crisi ma che non porterà danni alle banche italiane che, seppure non vantino indici altissimi seppur in crescita, hanno una qualità del capitale migliore come mostrato dai dati ‘in trasparenza’ forniti nei recenti stress test.

Intesa Sanpaolo nella semestrale mostrava un Core Tier1 del 7,7% mentre Unicredit aveva l’8,41%. Nella sede della Bri a Basilea banchieri centrali ed esponenti delle autorità di controllo di 27 paesi (per l’Italia c’erano il governatore Mario Draghi, il direttore generale Fabrizio Saccomani e il vice Ignazio Visco) riuniti nel consiglio dei governatori e nel comitato di supervisione bancaria hanno trovato la quadra fra la volontà di una stretta da parte delle autorità monetarie, i dubbi della Germania (la cui banca centrale si è infatti detta soddisfatta di aver tenuto conto le esigenze nazionali) e degli Stati Uniti, i gridi di allarme delle lobby bancarie e i timori delle associazioni industriali.

Gli istituti di credito nel mondo dovranno così alzare progressivamente i loro indici di patrimonio che la recente crisi ha impietosamente mostrato troppo deboli e ‘gonfiati’ da strumenti e attività rivelatisi senza valore. Ora l’asticella viene progressivamente spostata verso l’alto seppure con gradualità con il capitale azionario più riserve (common equity) minimo che salirà dall’attuale 2% al 3,5% nel 2013 e al 4,5% a fine 2018. Solo in quell’anno infatti, quando tutti sperano sia tornata la ripresa, infatti, la nuova Basilea3 sarà pienamente a regime e al common equity si dovrà aggiungere un 2,5% di cuscinetto anticiclico in modo da arrivare a una soglia del 7%.

Il CoreTier1 a quella data sarà del 6% contro l’attuale 4% anche se il mercato (e le banche) gia’ si sono adeguati sin da ora a questo livello. Ora bisognera’ vedere la reazioni dei listini azionari, ma il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, ha spiegato come il periodo di transizione permettera’ ”alle banche di raggiungere i nuovi standard e di continuare a supportare la ripresa economica”, assicurando ”la stabilità di lungo termine”.

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