Benedetto XVI in Messico: “Narcos, flagello per il Paese”

Pubblicato il 24 Marzo 2012 - 01:31 OLTRE 6 MESI FA

CITTA' DEL MESSICO, 23 MAR – Nel giorno dell'arrivo del Papa, in Messico si allunga la scia di sangue e di morte a causa del narcotraffico, definito dal pontefice sull'aereo che lo porta nel paese ''male distruttivo per la societa' e la nostra gioventu''.

Alla periferia di Acapulco, celebre località turistica sulla costa del Pacifico, sono state trovate quattro teste mozzate all'interno di un veicolo parcheggiato. Queste sono state ore di orrore anche a Sinaloa, nord del paese, dove sono stati assassinati nove uomini, uccisi a colpi di kalashnikov dopo essere stati ammanettati e fatti stendere al suolo.

Il paese, che ha una netta prevalenza di cattolici, e' da anni alle prese con il flagello dei 'narcos': in lungo e in largo in Messico sono presenti i sicari di ben sette grandi cartelli della droga. La lotta dei signori della cocaina contro le forze di sicurezza, e tra le diverse bande e gang della droga, hanno fatto in cinque anni circa 60 mila morti. Ogni giorno ci sono notizie di sequestri, estorsioni, uccisioni.

"Compito della Chiesa – ha sottolineato Benedetto XVI – è di educare le coscienze, alla responsabilità morale, di smascherare l'idolatria del denaro che schiavizza gli uomini, di smascherare il male e le false promesse, di smascherare la menzogna e la truffa che sono dietro la droga".

Secondo dati dell'ONU, il 71,5% dei 2.435 municipi del paese e' sotto il controllo dei cartelli, mentre a differenza di quanto succedeva fino qualche anno fa, ormai nessun stato del paese scappa alla presenza dei boss, spesso grazie alla complicita' dei politici.

Tanti sacerdoti vivono d'altra parte questi anni di violenza come se fossero immersi in un conflitto bellico: in alcune aree di stati quali Chihuahua, Sinaloa, Durango e Tamaulipas i sacerdoti sono di fatto una sorta di 'cappellani di guerra'.

Ma, sostengono media locali, capita anche che la Chiesa sia vittima di diverse forme di pressione da parte dei boss, quali per esempio le donazioni per permettere la costruzione di centri religiosi o altre opere di beneficenza.

A Guanajuato sono almeno cinque i cartelli del narcotraffico che si contendono il territorio dello stato, regione tormentata – quali tante altre aree del paese – dalla violenza, teatro di combattimenti tra organizzazioni criminali e polizia.