ROMA – L’intervista che Beppe Grillo ha rilasciato al più diffuso quotidiano israeliano, Yedioth Ahronot, sta scatenando un caso in Israele e non solo. Il pezzo, intitolato “Non è divertente”, riporta le parole di Grillo a proposito del Mossad e sul fatto che in Europa “le informazioni sul Medio Oriente sono filtrate dal Memri, guidato da un ex agente segreto”. Grillo ricorda anche che la moglie è iraniana. “Se un giorno Grillo farà parte del governo italiano – scrive il corrispondente Menachem Gantz – il suocero avrà un ruolo fondamentale nella politica estera”.
Il giornalista è severo col comico: “È confuso, prigioniero di pregiudizi: le sue idee su Israele si possono capire dai suoi show e dal suo blog”. Il riferimento è ad alcuni post, dove gli israeliani sono qua e là paragonati ad Attila (“dopo di noi non cresceranno più palestinesi”) o a una “dittatura militare pronta a scatenare una terza guerra mondiale”, mentre più teneri sembrano altri giudizi: “L’Islam non è una religione fondamentalista. E qualunque Stato, quando gli ammazzano gli scienziati nucleari o lo attaccano coi virus informatici, si sente sotto attacco”.
Grillo rivela d’essere stato invitato dall’ambasciatore americano a Roma, nel 2008. Dice che Israele è dietro molte decisioni Usa: “Che noi italiani siamo sotto occupazione dell’America, colpevole di parte della crisi economica europea. In ogni caso parlare d’Israele è un tabù, come parlare dell’euro: appena lo tocchi, subito ti dicono che sei antisionista e razzista”.
Nessun dubbio per Grillo, c’è una lobby ebraica che controlla il sapere: “Tutto quel che in Europa sappiamo su Israele e Palestina, è filtrato da un’agenzia internazionale che si chiama Memri. E dietro Memri c’è un ex agente del Mossad. Ho le prove: Ken Livingstone, l’ex sindaco di Londra, ha usato testi arabi con traduzioni indipendenti. Scoprendo una realtà mistificata, completamente diversa”.
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