Berlusconi incontra Abu Mazen: dolore per Gaza come per la Shoah

Piangere i massacri di Gaza come quelli della Shoah. Ultimi incontri ufficiali in medio oriente per Silvio Berlusconi. Dopo il discorso davanti la Knesset e il pranzo di gala con il presidente israeliano Shimon Peres, è la volta dell’incontro con il presidente palestinese, Abu Mazen a Betlemme.

«Sempre quando alla pace si sostituisce la guerra  – dice Berlusconi durante la conferenza stampa trasmessa da SkyTg24 – alla ragionevolezza si sostituisce la violenza, viene meno quell’umanità che deve essere sempre mantenuta integra. Come è giusto piangere le vittime della shoah è giusto manifestare dolore per quanto avvenuto a Gaza».

Proseguendo a parlare della questione mediorientale, il premier aggiunge: «Comprendiamo l’esigenza di un fermo all’espansione degli insediamenti di Israele», che è una «condizione necessaria per avviare i negoziati in modo proficuo», ma «è un male per tutti noi di entrare nell’ambito dei possibili accordi. Per l’esperienza che ho la cosa da farsi è che una persona della sua saggezza -dice rivolto ad Abu Mazen- raggiunga un accordo che ritenga conveniente per il suo Stato e il suo popolo, e soltanto dopo verrà reso pubblico per essere sottoposto a un referendum tra i cittadini dello Stato palestinese».

Abu Mazen raggiunga con gli israeliani un accordo che gli pare «conveniente per il suo popolo» e solamente dopo lo renda pubblico. È questo il consiglio rivolto dal premier Berlusconi al presidente palestinese. A chi gli chiede se l’Italia ritenga giusta la creazione di un stato palestinese entro i confini del ’67, Berlusconi risponde: «È un’ipotesi positiva e concretamente accettabile. Ma io credo che sia male per tutti noi entrare nell’ambito di possibili accordi prima di averli raggiunti».

Anzi, ha prosegue il premier, la strada da seguire «è che una persona come Abu Mazen, della sua esperienza e saggezza, raggiunga un accordo che gli pare conveniente per il suo popolo. Solo dopo sarebbe opportuno renderlo pubblico per poi essere sottoposto al referendum dei cittadini palestinesi».

Il Cavaliere si fa poi portatore di un messaggio di pace da parte di Israele: «Da parte di Israele – dice – c’è una «vera, forte, decisa volontà di cominciare negoziati di pace. Ho avuto modo di incontrare i dirigenti di Israele  e con il loro accordo mi sono permesso di venire qui a rappresentarvi, quasi fotograficamente, la loro vera, forte, decisa volontà di cominciare i negoziati di pace».

A chi, invece, gli domanda una opinione sul muro innalzato da Israele in Cisgiordania al confine con i territori, Berlusconi dice di non aver visto nessun muro perché intento a consultare i suoi appunti. «Non me ne sono accorto – dice – in quanto stavo prendendo appunti sulle cose che avrei dovuto dire al presidente. So di deluderla – si è rivolto Berlusconi al giornalista che gli aveva posto la domanda – e me ne scuso».

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