Lanciatori Himars all’Ucraina: lo ha annunciato il presidente Usa Joe Biden specificando che i nuovi sistemi missilistici “più avanzati” serviranno per colpire “obiettivi strategici, per difendersi”. Gli Himars che verrebbero forniti a Kiev sono dotati di munizioni capaci di una gittata massima di 80 km.
“Non stiamo incoraggiando l’Ucraina a colpire oltre i suoi confini”, ha spiegato Biden in un editoriale del New York Times. “L’uso di armi nucleari comporterebbe gravi conseguenze”, ha ribadito poi il presidente Usa.
“Non vogliamo prolungare la guerra solo per infliggere dolore alla Russia”. Appena lunedì Biden aveva sostenuto che gli Stati Uniti non avrebbero inviato a Kiev missili a lungo raggio in grado di colpire Mosca e il territorio russo.
Biden ha poi affermato che “non cerchiamo una guerra tra la Nato e la Russia”. “Per quanto non sia d’accordo con Putin e consideri le sue azioni un oltraggio, gli Stati Uniti non cercheranno di provocare la sua cacciata”, ha scritto Biden, sottolineando che “finché gli Stati Uniti o i nostri alleati non saranno attaccati, non saremo direttamente coinvolti in questo conflitto, né inviando truppe americane a combattere in Ucraina né attaccando le forze russe”.
Russia avvia esercitazione con forze nucleari
Intanto le forze nucleari russe stanno svolgendo esercitazioni nella provincia di Ivanovo, a nordest di Mosca. Lo riporta oggi l’agenzia di stampa Interfax, citando il ministero della Difesa russo.
Circa 1.000 militari si stanno esercitando in manovre intensive utilizzando oltre 100 veicoli tra cui i lanciamissili balistici intercontinentali Yars, ha affermato il dicastero.
“Prendere il Donbass entro un mese”, l’ordine di Vladimir Putin arriva perentorio a spingere l’avanzata delle sue truppe in Ucraina, sempre più determinate ad assumere il controllo delle intere regioni di Lugansk e Donetsk.
Ucraina, giorno 98 di guerra
Il comando inviato dal Cremlino, rivelato dagli 007 ucraini, chiarisce una volta di più le attuali priorità strategiche dell’offensiva, che dopo quasi cento giorni appare a un punto di svolta: la conquista dei territori da cui tutto è partito, con il riconoscimento da parte di Mosca delle repubbliche separatiste alla vigilia del conflitto, potrebbe far dichiarare al presidente russo missione compiuta, convincendolo a sedersi infine al tavolo delle trattative per chiudere le ostilità.
A Severodonetsk, sempre più stretta nella morsa dei russi, che ormai controllano la maggior parte della città e dove è stata colpita anche la fabbrica chimica Azot, l’avanzata sembra ormai irrefrenabile. “La maggior parte” della città è ormai in mani nemiche, ha ammesso dopo un’altra giornata di intensi combattimenti strada per strada il governatore Sehiy Gaidai, spiegando che il 90% degli edifici privati è stato distrutto o danneggiato.
“La situazione nella direzione del Donbass è molto complicata. Severodonetsk, Lysychansk, Kurakhove sono ora l’epicentro dello scontro”, ha detto in un discorso video sui social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, citato dall’Ukrainska Pravda.