Biden, 17 ordini esecutivi per dimenticare Trump. Primo: mascherina obbligatoria. Ieri infatti…

L’era di Donald Trump finisce con 17 firme: quindici ordini e due azioni esecutive su cui è stato apposto l’autografo presidenziale. Quello di Joe Biden. Firme con cui inizia il nuovo corso dell’America, a cominciare dalla mascherina, odiata da Trump. Che diventa obbligatoria e che al giuramento a Capitol Hill tutti indossavano.

Pandemia, politica interna e politica estera. I primi atti da Presidente di Biden mettono mano a tutti gli aspetti delle politica americana, segnando un netto cambio di rotta rispetto alla presidenza appena conclusa. Decreti legati da due fili conduttori. Da una parte l’urgenza di cancellare alcune delle misure più discusse del presidente appena uscito e dall’altra segnalare al Paese le priorità del nuovo governo federale.

Biden, i primi ordini per cancellare Trump: si comincia dal Covid

Il primo punto riguarda giocoforza il Covid. La mascherina, quella che Trump non indossava se non costretto e comunque controvoglia, anche dopo essere stato contagiato, è ora obbligatoria anche negli Usa. Al di qua dell’Oceano ci sembra impossibile ma è così.

C’è voluto l’ordine firmato da Biden per rendere obbligatorio quello che noi siamo ormai abituati ad indossare sempre e ovunque – anche se spesso ancora in modo non corretto – nella più grande democrazia del mondo. D’ora in poi sarà obbligatoria in tutti gli uffici e tutte le proprietà federali, sui treni e sugli aerei.

Insediamento Biden: tutti con la mascherina

E seguendo la cerimonia di giuramento il cambio di vento e sentimento era già evidente con la totalità dei presenti, dai militari ai repubblicani, regolarmente mascherinati. Primo ma non unico punto di svolta nelle politiche legate all’emergenza coronavirus.

Rientro nell’Oms e vaccini

Tra le firme di Biden c’è anche quella che interrompe l’iter di uscita degli Usa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Firma che in politica interna sarà seguita da una riorganizzazione della campagna vaccinale, in ritardo sui tempi promessi dal precedente inquilino della Casa Bianca, e da un piano da quasi 2mila miliardi di dollari per dare sostegno alle fasce più deboli e ai più colpiti dalla crisi anticipato da un’altra firma, quella che proroga la moratoria sugli sfratti e sui pagamenti d’interessi per i prestiti agli studenti.

Clima, muro, Muslim ban

E poi il clima, con il rientro degli Usa negli accordi di Parigi per il contrasto al cambiamento climatico, quello che la precedente amministrazione bollava come ‘fake-news’ e che ora torna al centro delle preoccupazioni di Washington, e lo stop alla costruzione del muro, iniziativa simbolo della prima campagna di Trump. Il muro verrà fermato, non abbattuto.

Ma anche sulle politiche migratorie l’inversione di rotta è di 180 gradi. Via, con i primi atti di Biden, al controverso ‘Muslim ban‘, la direttiva che impediva o rendeva particolarmente complesso l’accesso agli Usa ai cittadini di alcuni Paesi musulmani e via ad una nuova politica sugli immigrati presenti sul suolo Usa con una strada per la regolarizzazione. A cominciare dai cosiddetti ‘dreamers’.

 

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