Bin Laden dal suo rifugio in Pakistan organizzò gli attacchi a Londra del 2006 e 2007

Pubblicato il 13 Luglio 2011 - 11:14 OLTRE 6 MESI FA

Il rifugio di bin Laden in Pakistan

WASHINGTON, STATI UNITI – I servizi segreti occidentali secondo cui Osama bin Laden negli ultimi anni trascorsi nel suo nascondiglio ad Abbottabad, in Pakistan, non svolgeva quasi più un ruolo attivo nell’organizzazione di attacchi terroristici hanno appreso che non era affatto così.

Dall’esame del materiale raccolto nel rifugio del capo di Al Qaeda ucciso dai commando americani il 2 maggio è emerso che egli è stato coinvolto direttamente nel micidiale attacco al sistema dei trasporti londinese del 7 luglio 2007, e nell’altro, però fallito, che nel 2006 avrebbe dovuto far saltare in aria contemporaneamente all’aeroporto londinese di Heathrow due aerei di linea diretti negli Stati Uniti.

Questi due attacchi, a quanto se ne sa, sono stati gli ultimi nella cui organizzazione bin Laden ha svolto un ruolo operativo.

”Abbiamo ragione di credere che in quegli anni bin Laden ha partecipato alla pianificazione di tutti gli attacchi di Al Qaeda, inclusi quelli contro l’aeroporto e il sistema dei trasporti londinesi”, secondo quanto ha dichiarato alla Reuters un funzionario dell’intelligenze americana. Egli si manteneva inoltre i contatto con i terroristi incaricati degli attacchi.

Cinquantadue civili e quattro terroristi suicidi sono morti il 7 luglio 2005 nell’offensiva scatenata da Al Qaeda contro tre treni della metropolitana londinese e un autobus a due piani. Gli inquirenti britannici, americani e di altri Paesi sospettavano già da tempo che nella strage londinese ci fosse la mano di Al Qaeda. Quello che non sapevano era che a pianificarla ed organizzarla era stato bin Laden in persona. La strage è stata eseguita da una cellula militante guidata da Mohammad Sinique Khan, che prima degli attacchi si era recata in Pakistan per essere addestrata.

Funzionari americani ed europei sono anche convinti che ”la leadership anziana” di Al Qaeda ha diretto il complotto del 2009, guidato da un immigrante afgano, inteso a provocare esplosioni a catena nella rete della metropolitana newyorchese. Il complotto fallì quando gli inquirenti arrestarono  l’organizzatore del complotto, Najibullah Zazi, e il suo gruppo di complici.

Dal materiale sequestrato nel rifugio dell’ex-capo terrorista è anche emerso che ha personalmente partecipato l’anno scorso a complotti contro obiettivi europei, in Germania, Francia e Gran Bretagna, in cui gruppi di commando avrebbero dovuto compiere stragi come quella del novembre 2008 a Mumbai, in India, con un bilancio di 164 morti e 308 feriti.