La paura del colpo di coda: ci sarà la vendetta di al Qaeda?

Pubblicato il 2 Maggio 2011 - 11:09 OLTRE 6 MESI FA

Un identikit di Bin Laden

ROMA – ”Anche se Osama Bin Laden è morto le idee continueranno e non moriranno mai”, i jihadisti non si sentono sconfitti dall’eliminazione del nemico numero uno degli Stati Uniti e capo di al Qaeda.

La “base” dei terroristi d’ispirazione islamica è pronta a rimboccarsi le maniche e a preparare la nuova vendetta contro l’Occidente, almeno secondo il sito Asia Times. Ci sarà davvero la rappresaglia dei terroristi? Il comando dell’organizzazione dovrebbe essere assunto da un gruppo scelto di leader, che erano già stati selezionati, e che si sono giàriuniti presso Mir Ali, nelle regioni tribali del Pakistan al confine con l’Afghanistan.

Le operazioni di cambio della guardia sta avvenendo nel nord Waziristan, ma la paura del colpo di coda cresce minuto dopo minuto, aumenta la paura di attentati. Misure di sicurezza innalzate ai massimi livelli, costante scambio di informazioni con i servizi segreti alleati, controlli negli ambienti legati all’estremismo islamico e al terrorismo internazionale per evitare il rischio di un gesto isolato. Anche gli apparati di sicurezza italiani stanno rivedendo il proprio dispositivo alla luce dell’uccisione di Osama Bin Laden in Pakistan anche se al momento, si apprende da fonti qualificate, non sarebbero state prese ulteriori misure – già innalzate con la crisi libica e le minacce di Gheddafi – né inviate indicazioni particolari alle strutture presenti sul territorio. Il rischio che possa esserci una ‘vendetta’ per la morte dello sceicco da parte di Al Qaeda sarebber reale per tutti i paesi occidentali, Italia compresa; ma al momento gli uomini dell’antiterrorismo e dell’intelligence non hanno raccolto specifici segnali di allarme sul nostro territorio, nonostante siano state attivate tutte le fonti disponibili.

Quello che preoccupa di più i nostri apparati di sicurezza è piuttosto il gesto isolato di qualcuno che non ha collegamenti con i network del terrore. Un’azione senza pianificazione e ”scollegata” da un’organizzazione che, proprio per questi motivi, è quasi impossibile prevedere. Anche per questo il monitoraggio di quegli ambienti vicini all’estremismo islamico si è fatto più stringente. Da tempo ormai, gli estremisti utilizzano il nostro paese per fare proselitismo e, soprattutto, come base logistica, paese dove trovare documenti o ospitare i combattenti rientrati dall’Afghanistan e dall’Iraq. Ed è in queste aree, sottolineano le fonti, che potrebbe maturare il gesto isolato.

Nello Yemen già sale la tensione: ”Questa notizia costituisce una catastrofe per noi. All’inizio non abbiamo creduto all’informazione, ma siamo entrati in contatto con i nostri fratelli in Pakistan che l’hanno confermata”, ha aggiunto questo militante di al Qaeda nella penisola arabica (Aqpa), raggiunto per telefono. Ha aggiunto che responsabili della Aqpa, frutto della fusione dei rami sauditi e yemeniti della rete, si riuniranno nel sud dello Yemen per pubblicare un comunicato sul”futuro della jihad nel periodo a venire”.