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Gli Usa di nuovo a caccia, ma il Pachistan avverte: “Non provateci più”

di Elisa D'Alto |6 Maggio 2011 14:35

ROMA – L’esercito e i servizi segreti pachistani hanno rotto un silenzio di 5 giorni per dire agli Stati Uniti: non provateci più. Un avvertimento per sottolineare che operazioni come quella che ha portato alla morte di Bin Laden non devono più essere condotte tenendo all’oscuro il Pachistan.

Una riunione dello Stato maggiore, poi un comunicato: “Se ci sarà un’altra azione come questa, se verrà violata un’altra volta la sovranità nazionale, sarà rivista la collaborazione militare e di intelligence con gli Stati Uniti”. A seguire, la prima richiesta agli Usa: ridurre al minimo la presenza della Cia e dei militari nel Paese.

Il rapporto Usa-Pachistan è incrinato da tempo e rischia di non migliorare in futuro, in vista di altre possibili operazioni di Pentagono e Cia che potrebbero riguardare il Paese. Tra i documenti ritrovati nel covo di Bin Laden (tra chiavette Usb, computer e dvd), potrebbe esserci materiale sufficiente per stanare altri membri di Al Qaeda.

Gli obiettivi? Si chiamano Al Zawahiri, numero 2 di Bin Laden e ora suo più accreditato successore, e il mullah Omar, capo dei Talebani. Insomma, un’azione in Pachistan non è da escludere. Ma gli Usa accusano i servizi pachistani di fare il doppio gioco con il nemico, mentre il Pachistan non si fida più degli Usa e ora per riscattarsi potrebbe voler cercare un’azione eclatante: catturare il mullah Omar o Al Zawahiri potrebbe essere l’operazione di riscatto.

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