Bin Laden. Probabile successore Al Zawahiri. O nessuno

Ayman al-Zawahri

BAGDAD, IRAQ -Ad una settimana dalla morte di Osama bin Laden, il suo vice di lunga durata Ayman al-Zawahiri, è considerato tra i più probabili successori del fondatore di Al Qaeda. Ma gli sconvolgimenti in atto nel Medio Oriente e il mutamento delle dinamiche all’interno del gruppo inducono gli analisti a prendere in considerazione un altro scenario: la decisione di non nominare alcun successore a colui che è stato il più temuto terrorista del mondo.

Rimpiazzare bin Laden, che ha fondato Al Qaeda 20 anni fa ed ha organizzato l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, potrebbe essere non facile. La scelta, se vi sarà, dipenderà probabilmente dalle priorità e dagli obiettivi che si porrà l’organizzazione dopo la perdita del suo leader carismatico.

Le rivolte nel mondo arabo nei mesi scorsi sono state provocate dal desiderio di democrazia di stampo occidentale, e non dall’obiettivo di Al Qaeda di instaurare uno stato a guida religiosa in tutto il mondo arabo. In quelle rivolte Al Qaeda non ha svolto alcun ruolo, e per dimostrare di continuare ad essere rilevante il gruppo è diventato sempre più decentralizzato, con frequenti dispute interne.

Alla luce di queste considerazioni, il colonnello Reid Sawyer, direttore del Centro Antiterroristico di New York, ha dichiarato all’Associated Press: ”Quando si parla di successione a bin Laden la domanda che bisogna porsi è se in effetti egli può essere rimpiazzato”.

Più o meno sulla stessa linea sono Rita Katz e Joseph Devon, del SITE Intelligence Group, che sorveglia il traffico jihadista su internet. ”Se Al Qaida debba nominare un nuovo leader ‘ufficiale’ non è certo – dicono – e fino a quando il gruppo sarà in grado di diffondere i suoi messaggi rimarrà la guida per la comunità jihadista con o senza un successore di bin Laden”.

D’altro canto, se Al Qaeda decidesse di nominare un successore, Sawyer ed altri analisti ritengono possibile che possa essere Zawahiri, 59 anni, per la lunga amicizia che lo ha legato a bin Laden, perchè era il suo vice, perchè ha molta più esperienza di altri possibili candidati, e perchè nessuno di questi si azzarderebbe a contestarlo, anche se si sa che è impopolare in certi settori dell’organizzazione. Comunque, se dovesse essere accantonato, ”allora sarebbe chiaro che Al Qaeda si è già frantumata”, osserva Fawaz Gerges, un esperto di Al Qaeda alla London School of Economics.

A parte Zawahiri, un possibile contendente potrebbe essere Abu Yahia al-Libi, attuale comandante di Al Qaeda in Afghanistan. Un’altra possibilità è Saif al-Adel, un egiziano che è stato accusato dagli Stati Uniti per il suo ruolo negli attentati dinamitardi del 7 agosto 1998 contro le ambasciate americane in Tanzania e in Kenya, con un bilancio di 224 vittime. Ma i suoi stretti legami con Zawahri e la mancanza di credenziali religiose lo rendono un candidato improbabile.

Sotto la guida di Zawahri molti analisti ritengono che all’interno di Al Qaeda i cambiamenti di carattere operativo sarebbero pochi almeno nei primi tempi. Tra Zawahiri e bin Laden non c’erano differenze ideologiche ed entrambi consideravano gli Stati Uniti l’obiettivo primario. Ci sarà invece la tendenza a compiere attentati di dimensioni ridotte con la morte di un numero inferiore di civili, prevede Moazzam Begg, un cittadino britannico detenuto a Guantanamo per due anni, fino al 2005.

A conferma della tesi che Al Qaeda non nominerà un successore di bin Laden ci sarebbe anche il fatto che dalla sua morte Zawahri non si è fatto sentire, e che il comunicato in cui viene confermata la morte di bin Laden è firmato anonimamente dal ”Comando Generale di Al Qaeda”. Inoltre, non vi si fa acenno ad alcuna successione.

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