Presidenziali Brasile, ballottaggio: scontro in tv su aborto e matrimoni gay

A 23 giorni dal ballottaggio per la presidenza del Brasile, i due candidati in lizza, Dilma Rousseff, per la coalizione al governo, e José Serra per l’opposizione, hanno ripreso oggi i messaggi elettorali gratuiti mandati in onda da radio e televisioni, insistendo particolarmente sui temi relativi alle posizioni dei gruppi religiosi su questioni come aborto e matrimonio tra omosessuali.

Ha detto Mauricio Stycer, opinionista del sito Uol on line: ”Il Brasile regredisce secoli con questa campagna elettorale su Dio, aborto e famiglia. Come se vivessimo in un’era oscurantista e di persecuzione religiosa”.

In effetti, per gli analisti, Dilma Rousseff, che ha ottenuto il 46,9% dei voti contro il 32,6% del rivale, non è riuscita a farsi eleggere al primo turno per la sua posizione favorevole alla legalizzazione dell’aborto. Tant’è che, la candidata dei verdi, Marina Silva ha ottenuto un sorprendente 19,6% dei voti soprattutto grazie all’appoggio dei gruppi evangelici, di cui fa parte, nettamente contrari all’aborto.

D’altra parte, come ha rilevato il quotidiano Valor, nelle parlamentari (in cui la coalizione al governo con il presidente Luiz Inacio Lula da Silva, ha ottenuto per la prima volta la maggioranza), il blocco dei deputati evangelici, presentatisi per i più diversi partiti, è aumentato del 47%. E cioé 64 membri, quasi il doppio rispetto al precedente.

In pratica, anche se mai nella storia del Brasile un candidato che si è imposto nel primo turno ha perso poi il ballottaggio, Dilma Rousseff cercherà di racimolare i poco più di tre milioni di voti che le mancano proprio nelle file degli evangelici. Più difficile per il suo rivale che ne deve invece raccogliere oltre 17 milioni in più dello scorso 3 ottobre.

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