Burundi sull’orlo della guerra civile: presidente non può tornare dall’estero

Burundi sull'orlo della guerra civile: presidente non può tornare dall'estero
Burundi sull’orlo della guerra civile: presidente non può tornare dall’estero

ROMA – Burundi sull’orlo della guerra civile: presidente non può tornare dall’estero. Il presidente del Burundi Pierre Nkurunziza non è potuto tornare nel paese dopo le tensioni di ieri e le voci di un colpo di stato. L’aeroporto è stato chiuso per impedire l’atterraggio di Nkurunziza che, di ritorno dalla Tanzania, è stato costretto – riporta Bbc – a tornare indietro. Pesanti combattimenti si sono registrati intanto nella notte tra i soldati fedeli al presidente e l’opposizione che sostiene il colpo di stato il cui esito, al momento, resta però ancora incerto.

Dopo settimane di violente proteste e scontri tra dimostranti dell’opposizione e forze dell’ordine – con un bilancio di una quindicina di vittime e oltre 200 feriti – i militari ieri (13 maggio) hanno preso in mano la situazione e hanno destituito il presidente uscente, Pierre Nkurunziza, intenzionato a correre per un terzo mandato, ritenuto incostituzionale dall’opposizione nonostante il controverso via libera della Corte Costituzionale.

Con un annuncio a sorpresa ad un’emittente locale, il generale dell’esercito Godefroid Niyombare ha annunciato la destituzione del presidente – mentre l’uomo forte del Paese si trovava in Tanzania per un summit internazionale – oltre alla creazione di un comitato di salvezza nazionale istituito per governare il Paese.

I supporters di Nkurunziza sostengono che formalmente la volontà di correre per un altro mandato non viola la Costituzione perché nel 2005 è salito al potere senza elezioni. I funzionari del governo, si legge sul New York Times, accusano i manifestanti di voler provocare un’insurrezione a partire dalle aree a maggioranza Tutsi, il portavoce del presidente parla di una dimensione etnica della crisi. Dall’altra parte della barricata si insiste invece sulla ferita costituzionale e si negano tensioni etniche: “E’ un problema di governo, provano a sfruttare l’etnicità”.

Gravi accuse giungono soprattutto contro il movimento giovanile del partito del presidente tra le cui file spiccano ex combattenti: gli Imbonerakure sarebbero coinvolti regolarmente in episodi di abusi e intimidazioni ai danni degli avversari politici. Qualcuno li ha identificati seppure vestiti con le divise blu dei poliziotti.

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