ROMA – ''La mancata nascita di uno Stato palestinese sarebbe una catastrofe per Israele''. Lo afferma l'ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter in un'intervista esclusiva all'Unita'.
A pochi giorni dall'Assemblea Generale dell'Onu, che il 23 settembre ricevera' la richiesta del presidente dell'Anp Abu Mazen di riconoscere lo Stato di Palestina entro i confini del 1967, Carter, premio Nobel per la pace nel 2002, invita la diplomazia internazionale a premere perche' Israele riprenda subito i negoziati di pace.
''La dirigenza palestinese – osserva Carter, che fu alla Casa Bianca tra il 1977 e il 1981 ed oggi ha 87 anni – ha lasciato aperto uno spiraglio. Il tempo da qui al 23 ci sarebbe ancora''.
La nascita di uno Stato palestinese in un quadro di garanzie negoziate, dichiara Carter, ''e' un investimento di Israele sul proprio futuro''. Un futuro reso incerto anche dall'inevitabile crescita della popolazione palestinese, perche' ''contro la bomba demografica non c'e' barriera di sicurezza e potenza militare che tenga''.
L'ex presidente Usa si dice ''convinto'' che il vento delle primavere arabe potrebbe favorire un accordo di pace tra israeliani e palestinesi. ''Quelle piazze hanno dimostrato che esistono valori universali che vanno poi calati nelle rispettive realta'. Ma una prospettiva di pace sarebbe piu' concreta e ravvicinata se Israele si ritirasse dai territori occupati. Sarebbe un atto di coraggio e lungimiranza e non certo una resa al nemico''.