Battisti lottizzato, i partiti fanno a fette l’estradizione

Cesare Battisti

Il Pdl a Piazza Navona a Roma alle 16 e alle 18 a Milano. Per il  Pd, invece, appuntamento alle 17, un’ora e mezza prima di quando la piazza in questi giorni tradizionalmente dedicata alle bancarelle per la Befana, viene occupata dai militanti della Destra. Alla stessa ora del Pdl, ma è una mera coincidenza, sempre a Roma ci sono i militanti dell’Udc. A Milano, invece, i leghisti sfilano alle 18. Cinque partiti diversi, cinque sfilate diverse: tutte per chiedere la stessa cosa, l’estradizione del terrorista Cesare Battisti.

Mentre sfilano i cortei, il legale del nostro Paese ha presentato un ricorso all’Alta Corte brasiliana contro il rilascio di Cesare Battisti. ”Nei prossimi giorni presenteremo un altro ricorso per spiegare perché”, dopo il ‘no’ all’estradizione di Battisti annunciata giorni fa dall’ex presidente Lula, ”il governo del Brasile ha violato il trattato” bilaterale di estradizione in vigore tra i due paesi, ha spiegato l’avvocato Nabor Bulhoes.

Sulle manifestazioni in Italia, per una volta c’era tutto per andare in piazza tutti insieme. L’occasione, manco a dirlo, è andata persa: ha prevalso la logica della divisione, come a rimarcare che comunque non si è d’accordo e se invece lo si è è solo un caso. Roberto Gressi, sul Corriere della Sera, commenta sconsolato: “Meglio non fare niente”. Anche perché, se al Brasile con la piazza si voleva provare a mandare il messaggio di un Paese rabbioso e compatto allora la missione è fallita prima di cominciare. Sempre Gressi spiega: “Il segnale che si manderà al Brasile sarà quello di un Paese più sbriciolato che diviso”.

Difficile dire quanti saranno ad affollare le due piazze per chiedere l’estradizione del terrorista. Ancora più difficile immaginare folle oceaniche. Certo, riunire tutti in due iniziative senza colore politico avrebbe giovato. Stupisce soprattutto il caso di Milano: Pdl e Lega governano insieme e sono d’accordo, ma i popoli non si mescolano. E’ una sorta di tabù.

Della questione Battisti, nella tarda mattinata di martedì, si è occupato anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Prima la precisazione: “Questa vicenda non riguarda i buoni rapporti che abbiamo con il Brasile ma un caso di giustizia per cui i nostri rapporti con quel Paese non cambieranno a causa di questa situazione”. Poi il premier, dopo aver incontrato Alberto Torregiani, (figlio di Pielurigi ucciso proprio da Battisti) aggiunge: “Mi sono radicato nell’idea che Battisti ha rivestito di ideologia politica una sua realtà di criminale vero”. L’estradizione, secondo il premier, ”non è un fatto di vendetta vogliamo si affermi la giustizia che ogni volta che è lesa riguarda tutti”. Lo vogliono tutti, almeno in Parlamento, a patto di non mescolarsi tra loro.

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