Cile alle urne domenica, sfida Pinera-Frei

Sebastian Pinera ed Eduardo Frei

Sebastian Pinera ed Eduardo Frei, un miliardario contro un ex presidente, la destra della ‘Coalicion por el cambio contro il centrosinistra, al potere, della ‘Concertacion’. È l’alternativa sulla quale dovranno pronunciarsi domani i cileni, che al ballottaggio presidenziale sceglieranno il successore della socialista Michelle Bachelet al palazzo della Moneda.

Per Pinera, l’imprenditore sessantenne che ha già provato cinque anni fa di diventare capo dello Stato (perse proprio contro la Bachelet), il ‘balotajè doveva essere una passeggiata. Al primo turno del 13 dicembre Pinera ha infatti ottenuto una valanga di voti – il 44% – superando comodamente Frei (67 anni), che con un deprimente 29% aveva evidenziato serie carenze, soprattutto nella comunicazione, visto che a Santiago viene considerato un uomo grigio e noioso. Per il voto di domani il favorito rimane Pinera, ma le cose sono cambiate lo scorso martedì, dopo che il dissidente socialista Marco Enriquez-Ominami, forte del 20% ottenuto al primo turno, ha annunciato, anche se molto tiepidamente, il proprio sostegno a Frei.

La decisione dell’irruente ‘Meo’, come viene chiamato in Cile il giovane Marco (ha 36 anni), ha subito spostato una grande quantità di preferenze dalla parte di Frei, che è così miracolosamente tornato in pista. A non credere nel travaso dei voti da ‘Meo’ a Frei è in primo luogo proprio Pinera, il quale in questi ultimi giorni non ha mai smesso di sorridere e giovedì, chiudendo la campagna elettorale, ha preannunciato una sua «vittoria storica».

Nel caso in cui riesca ad entrare alla Moneda, il suo sarà davvero un risultato storico: è infatti dal 1958 che la destra cilena non vince un’elezione regolare, non organizzata sotto una dittatura. Nelle ultime settimane il rappresentante della nuova destra cilena (liberal, ma con qualche nostalgia pinochetista) si è marcatamente spostato verso posizioni di centro, pur di sedurre gli elettori sia di Enriquez-Ominami sia della ‘Concertacion’, la coalizione di centro-sinistra (democristiani e socialisti) che ha governato, con successo, questi ultimi vent’anni di transizione dall’autoritarismo dei militari ad una democrazia di fatto compiuta. Oltre a lasciare a casa la cravatta e a sfoggiare un look più giovanile, per aumentare i consensi Frei ha a sua volta puntato su alcuni settori (docenti, pensionati, mondo della cultura, famiglie più povere) tramite una serie di programmi sociali.

All’ex presidente non è d’altra parte mai mancato il forte sostegno della Bachelet, che lascia la Moneda all’apice della popolarità (84%). In vista del ballottaggio, i numeri parlano comunque chiaro: per vincere, a Pinera mancano 410 mila voti, a Frei 1,4 milioni. È infine evidente che, anche se dovesse battere la coalizione del ‘Cambio’, per la ‘Concertacion’ un ciclo politico è definitivamente tramontato: sotto il pressing di Enriquez-Ominami, e non solo, il centrosinistra dovrà rivedere molte cose, tra l’altro il modo in cui gestisce il potere. Lo stesso Frei ammette infatti che «bisogna dar spazio ad una nuova generazione: dobbiamo diventare più moderni e trasparenti».

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