Cina, scomparse decine di dissidenti e avvocati

Pubblicato il 29 Marzo 2011 - 17:11 OLTRE 6 MESI FA

PECHINO – Almeno 24 persone, dissidenti e avvocati impegnati nella difesa dei diritti umani, sono misteriosamente scomparse in Cina nelle ultime settimane secondo le denunce delle famiglie e dei gruppi umanitari internazionali. Le scomparse sono avvenute di pari passo ad un’ ondata di arresti.

Il sito web ChinaGeeks, gestito da studiosi cinesi e stranieri (http://chinageeks.org), ha individuato i nomi di 24 attivisti, blogger e avvocati dei quali non si hanno notizie da settimane. Altre 20 persone sono state arrestate, cinque delle quali sono state formalmente accusate di ”istigazione alla sovversione”, il reato per il quale il premio Nobel per la pace Liu Xiaobo è stato condannato ad 11 anni di reclusione, una pena che sta scontando in una prigione nel nordest della Cina.

Le scomparse e gli arresti hanno coinciso con l’emergere della cosiddetta ”rivoluzione dei gelsomini”, cioè gli anonimi inviti diffusi su Internet ai cittadini cinesi a protestare pacificamente chiedendo l’instaurazione nel Paese di un sistema democratico e basato sulla legge.

ChinaGeeks cita anche i nomi di due persone agli arresti domiciliari e di una detenuta in un manicomio. La lista non comprende Liu Xia, la moglie di Liu Xiaobo, che è agli arresti domiciliari dallo scorso ottobre, il dissidente cieco Chen Guancheng, anche lui detenuto nella sua abitazione, e l’ avvocato Gao Zhisheng, scomparso da un anno.

In un articolo pubblicato dal Wall Street Journal Joshua Rosenzweig, ricercatore dell’organizzazione umanitaria Dui Hua (Dialogo), cita gli avvocati Tang Jitian, Jian Tianyong, Teng Biao, Liu Shihui, Tang Jingling e Li Tiantian, sottolineando che sono scomparsi da oltre un mese.

Un parente di Teng Biao ha confermato all’ANSA che la famiglia non ne ha notizie da circa 40 giorni, quando era uscito di casa per recarsi all’università nella quale insegna. L’ultima denuncia è venuta dalla stampa australiana quando due giornali, The Age e The Sydney Morning Herald, hanno scritto che lo scrittore sino-australiano Yang Henjun è sparito domenica scorsa dopo essere stato seguito da tre uomini in abiti civili nell’ aeroporto di Guangzhou, nella Cina meridionale.

Interpellata oggi in una conferenza stampa a Pechino, la portavoce del ministero degli esteri Jiang Yu ha affermato di ”non essere al corrente” della vicenda. La portavoce ha inoltre respinto l’appello del Gruppo di Lavoro dell’Onu per le detenzioni arbitrarie, che ha chiesto a Pechino di liberare Gao Zhisheng.

Il Gruppo di Lavoro ha affermato che la sua detenzione ”viola la legge internazionale perché la sua sparizione è una punizione per aver esercitato i suoi diritti umani fondamentali e perché il governo non ha rispettato anche gli standard internazionali minimi per un processo corretto”. ”La Cina – ha risposto la portavoce – è uno Stato di diritto” e chiede alle istituzioni internazionali di ”rispettare la sua sovranità giudiziaria”.