Amore e morte in Cina: con Bo Xilai in crisi il modello comunista

Bo Xilai e sua moglie Gu Kailai

PECHINO –  Eviterà la pena di morte Bo Xilai, un tempo tra i più importanti membri del Partito comunista cinese, accusato di aver ordinato l’omicidio dell’uomo d’affari britannico Neil Heywood. E nella sua caduta trascina con sé anche il Partito Comunista Cinese del presidente Hu Jintao, a pochi mesi dal diciottesimo Congresso del partito.

L’inizio della fine è stato il 6 febbraio, quando l’ufficiale del Pcc Wang Lijun, ex braccio destro di Bo già finito nel mirino della stampa per il caso dei trapianti di organi dai detenuti, è partito dalla sua città di Chongqing (la stessa di Bo) diretto al consolato americano a Chengdu. Qui Wang ha chiesto asilo politico, raccontando agli americani dettagli sull’omicidio dell’uomo d’affari britannico Neil Heywood.

Heywood aveva lavorato anche per un’agenzia di intelligence legata all’MI6, i servizi segreti britannici. L’uomo è stato trovato morto lo scorso 15 novembre, nella stanza di un misero hotel di montagna. All’inizio la polizia disse che Heywood era morto per avvelenamento da alcolici. Ma, secondo le rivelazioni fatte da Wang, l’inglese sarebbe invece stato costretto a bere cianuro dopo aver minacciato di rivelare che Bo Xilai e la moglie Gu Kailai si erano impossessati di asset statali per un valore di 800 milioni di sterline. Il corpo di Heywood venne però cremato 48 ore dopo il ritrovamento, senza autospia.

Il 14 marzo il primo ministro cinese Wen Jiabao, durante il discorso all’Assemblea Nazionale del Popolo, criticò Bo, fino a poco prima tra i candidati al Congresso Nazionale del Popolo. Ventiquattr’ore dopo Bo si vide annullare la carica di segretario di Chongqing.

Ma non finisce qui: il 10 aprile Bo è stato sospeso anche dall’ufficio politico del comitato centrale del Pcc perché sospettato di “gravi violazioni disciplinari”. Anche la moglie di Bo, Gu Kailai, è finita in carcere, accusata di aver portato all’estero “una notevole quantità di denaro”.

Nelle sue mosse la famiglia Bo sarebbe stata aiutata proprio da Heywood, loro “aggancio” con l’estero. Heywood avrebbe anche aiutato il figlio di Bo, Guagua, introducendolo nelle migliori frequentazioni e scuole inglesi, fino ad Harvard.

Il caso di Bo, sottolinea il New Yorker, mette a rischio non solo il Partito Comunista Cinese, ma la credibilità stessa del capitalismo di Pechino. La distanza tra ricchi e poveri si è fatta così ampia che il governo cinese ha semplicemente smesso di rilasciare valori ufficiali sulla distribuzione della ricchezza nel Paese. Bo Xilai aveva costruito la sua notorietà ricordando l’appello di Mao all’equità sociale, ma poi Bloomberg ha scoperto che sua moglie Gu controllava insieme ai suoi fratelli un volume di affari di 160 milioni di dollari. La moglie di Bo veniva definita la “Jackie Kennedy cinese”, mentre il figlio girava su Ferrari e Porsche.

Ora proprio Gu potrebbe finire al patibolo, accusata di aver ordinato l’omicidio di Heywood. Non scamperà all’esecuzione neppure Zhang Xiaojun, collaboratore di Bo accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio. Wang Lijun è invece accusato di tradimento, e per questo anche lui sarebbe passibile di esecuzione. Eviterà però la condanna a morte per aver collaborato alle indagini.

Secondo il South Cina Morning Post Pechino vuole chiudere rapidamente il caso per evitare ulteriori ripercussioni sul diciottesimo congresso del Partito Comunista che si terrà in autunno.

Gestione cookie