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Cina, diritti umani. Cresce tensione con gli Stati Uniti

di lgermini |19 Gennaio 2012 12:13

L'ambasciatore Usa a Pechino Gary Locke

PECHINO, CINA – Cresce la tensione tra Washington e Pechino dopo le affermazioni in diretta tivu’ dell’ambasciatore Usa in Cina, Gary Locke, che ha denunciato un peggioramento della situazione dei diritti umani nel Paese.

Accuse respinte seccamente dal portavoce del ministro degli esteri cinese, Liu Wemin, che ha ribadito la disponibilita’ a lavorare con la comunita’ internazionale sulla questione dei diritti umani “senza pero’ che il nodo diventi una scusa per inteferire negli affari interni di Pechino”.

La repressione in corso contro scrittori, avvocati, attivisti politici e religiosi e’ dovuta ai timori delle autorita’ di Pechino di rivolte sulla scia della ”primavera araba”, ha affermato Locke nel corso di un’intervista televisiva, sottolineando come sia in corso un deciso inasprimento delle misure prese contro i dissidenti.

“Il clima sul rispetto dei diritti umani ha sempre seguito fasi alterne in Cina – ha spiegato l’amabasciatore americano – ma ora siamo decisamente in un periodo di progressivo peggioramento”. Sotto attacco sono semplici cittadini di diverse fedi religiose – ha denunciato il diplomatico – ed in particolare i monaci buddisti.

Ma il portavoce del ministro degli esteri cinese Weimin ha replicato: “C’e’ gente che abbraccia sempre l’opinione delle minoranze in Cina come se fossero la visione della maggioranza ma questo e’ sbagliato, e’ come se noi vedessimo il movimento Occupy wall street rappresentativo di tutta la societa americana”.

Il battibecco a distanza arriva mentre sia Washington che Pechino si preparano alla importante visita prevista a febbraio negli Usa dell’uomo che dovrebbe diventare il nuovo presidente della repubblica popolare di Cina: Xi Jinping.

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