Cina, Usa mandano cacciatorpediniere nelle acque delle isole Paracel. Xi Jinping: "Provocazione" Cina, Usa mandano cacciatorpediniere nelle acque delle isole Paracel. Xi Jinping: "Provocazione"

Cina, Usa mandano cacciatorpediniere nelle acque delle isole Paracel. Xi Jinping: “Provocazione”

Cina, Usa mandano cacciatorpediniere nelle acque delle isole Paracel. Xi Jinping: "Provocazione"
Cina, Usa mandano cacciatorpediniere nelle acque delle isole Paracel. Xi Jinping: “Provocazione”

PECHINO – Tensione tra Cina e Stati Uniti. Pechino ha definito una “seria provocazione politica e militare” da parte di Washington il passaggio del cacciatorpediniere ‘Uss Stethem’ nelle acque delle isole Paracel, contese tra Cina e Vietnam, nei pressi dell’isola di Triton.

Il ministero degli Esteri di Pechino ha anche confermato l’invio di navi da guerra e di caccia nell’area per lanciare un avvertimento all’indirizzo del cacciatorpediniere statunitense.

Per Washington, si tratta di un'”operazione di libertaà di navigazione”, la seconda da quando Donal Trump è presidente degli Stati Uniti, mentre per Pechino la libertà di navigazione è solo un pretesto e la mossa ha violato la legge cinese e internazionale.

La Cina ha chiesto agli Stati Uniti di interrompere quelle che definisce come “operazioni provocatorie” e ha avvertito che prenderà in considerazione “tutte le misure necessarie” per difendere la sovranità nazionale e la sicurezza dell’area.

Il passaggio del cacciatorpediniere Usa domenica 2 luglio in acque rivendicate da Pechino è il secondo episodio di questo tipo in poche settimane. A fine maggio un’altra nave da guerra statunitense era passata all’interno delle dodici miglia nautiche di un’isola artificiale ampliata da Pechino nel Mare Cinese Meridionale.

A destare preoccupazione negli Stati Uniti sono anche i più recenti progressi sul piano delle infrastrutture militari create dalla Cina sulle isole contese, e ripresi dalle ultime immagini satellitari della Asia Maritime Transparency Initiative del Centro per gli Studi Strategici e Internazionali di Washington.

Le immagini mostrano diverse nuove costruzioni militari su tre isole della arcipelago delle Spratly, conteso tra Cina e Filippine, tra cui strutture per le comunicazioni, per i missili e per nuovi radar, queste ultime ancora in fase di realizzazione.

Ma ad incrinare i rapporti tra Pechino eWashington ci sono anche altre questioni: la vendita di armi a Taiwan da parte degli Stati Uniti e le questioni commerciali, con il protezionismo di cui Trump è fiero sostenitore.

Il presidente cinese, Xi Jinping, ha parlato di “alcuni fattori negativi” tra i due Paesi nel colloquio telefonico avuto con l’omologo americano e ha sottolineato l’importanza dell’adesione degli Stati Uniti alla politica dell‘Unica Cina, oggetto di tre comunicati tra i due Paesi che hanno contribuito alla riapertura delle relazioni diplomatiche nel 1979. “Attribuiamo grande importanza alla riaffermazione del governo americano della politica dell’Unica Cina e ci auguriamo che gli Stati Uniti gestiscano il problema di Taiwan aderendo al principio dell’unica Cina e ai tre comunicati tra le due parti”, ha dichiarato Xi nel dialogo con Trump.

La Cina ha reagito con durezza, nei giorni scorsi, all’approvazione della vendita di armamenti all’isola per 1,42 miliardi di dollari. L’ambasciatore cinese negli Stati Uniti, Cui Tiankai, aveva definito “una scelta sbagliata” l’approvazione della vendita da parte del Dipartimento di Stato Usa, mentre il Ministero degli Esteri di Pechino aveva manifestato “forte opposizione” alla mossa, la prima approvata da Washington da quando alla Casa Bianca è arrivato Donald Trump.

Taiwan è stata al centro anche della prima dispute seria tra Pechino e la nuova amministrazione di Washington, fin da prima che Trump si insediasse ufficialmente: già nello scorso dicembre, Pechino non aveva digerito la telefonata intercorsa tra l’allora presidente eletto e la leader dell’isola, Tsai Ing-wen, e ancora meno le frasi di Trump ai media statunitensi, in cui lasciava intendere che la questione del riconoscimento di Taiwan potesse essere subordinata alla risoluzione di altre questioni bilaterali tra Pechino e Washington.

Sui rapporti bilaterali tra i due Paesi pesa anche la questione del commercio: gli Stati Uniti sono infatti pronti a mettere in atto dazi sulle importazioni cinesi di acciaio, e il timore è che si inizi così una guerra commerciale.

 

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