WASHINGTON – Australia, Stati Uniti, India e Giappone stanno parlando della possibilità di creare un sistema di infrastrutture regionali congiunte come alternativa alla multimiliardaria strategia cinese nota come Belt and Road Initiative (BRI), la nuova Via della Seta, un mastodontico groviglio di corridoi economici, finanziari, commerciali e non ultimo militari, come riportato da Australian Financial Review, che cita un alto funzionario statunitense.
Il funzionario, nel corso della visita negli Stati Uniti del primo ministro australiano Malcolm Turnbull, ha dichiarato che il progetto, coinvolge i quattro partner, è ancora in fase “nascente” e “non è abbastanza maturo per essere annunciato”. Ha aggiunto che il progetto era comunque all’ordine del giorno nei colloqui tra Turnbull e Donald Trump e che era preferibile definirlo come un'”alternativa” alla BRI e non un “rivale”.
“Nessuno sta dicendo che la Cina non dovrebbe costruire infrastrutture”, ha sostenuto la fonte anonima. “La Cina potrebbe costruire un porto che, da solo, non è economicamente sostenibile e dunque potremmo farlo noi costruendo una strada o una linea ferroviaria che collegano al porto”.
Il Segretario generale del Consiglio dei ministri giapponese, Yoshihide Suga, ha affermato che il Giappone, gli Stati Uniti, l’Australia e l’India si sono scambiati regolarmente opinioni su questioni di interesse comune: “Non è il caso di contrastare la Belt and Road Initiave”, ha affermato.
Il Giappone prevede di utilizzare l’assistenza ufficiale allo sviluppo (APS) per promuovere una più ampia “Free and Open Indo-Pacific Strategy” che includa “infrastrutture di alta qualità”, secondo una bozza di sintesi del libro bianco 2017 sull’APS. La Free and Open Indo-Pacific Strategy è stata approvata da Washington ed è anche vista come una controffensiva alla Belt and Road Initiative.
Menzionata in Kazakistan per la prima volta nel 2013 durante un discorso del presidente cinese Xi Jinping agli studenti universitari, la Belt and Road Initiave per la Cina è un mezzo per assumere un ruolo più importante sulla scena internazionale, finanziando e costruendo collegamenti globali di trasporto e commercio in più di 60 Paesi.
Xi ha fortemente promosso l’iniziativa, invitando i leader mondiali a Pechino, lo scorso maggio, per un summit inaugurale in cui ha promesso 124 miliardi di dollari di finanziamento per il progetto. I governi locali cinesi, così come le aziende statali e private, si sono affrettati a offrire supporto investendo all’estero e facendo prestiti.
A gennaio, Pechino ha sottolineato le ambizioni di estendere l’iniziativa all’Artico mirando a costruire collegamenti sulla calotta polare in scioglimento, la “Polar Silk Road”.
Stati Uniti, Giappone, India e Australia hanno recentemente ripreso i colloqui per approfondire la cooperazione in materia di sicurezza e coordinare le alternative per il finanziamento delle infrastrutture regionali a quelle offerte dalla Cina.
Il cosiddetto Quad per discutere e cooperare in materia di sicurezza è stato affrontato per la prima volta dieci anni fa, con grande irritazione della Cina, che lo ha visto come un tentativo di contenere i suoi progressi. A novembre scorso, le quattro Nazioni hanno avuto dei colloqui a Manila a margine dei summit dell‘ASEAN e dell’Asia orientale.