CITTÀ DEL VATICANO – Conclave, Camerlengo, consesso, giuramento, Extra Omnes, Cappella Sistina, Santa Marta, cardinali, diaconi, Habemus Papam… a poche ore dall’inizio delle votazioni che porteranno all’elezione del nuovo papa, siamo bombardati da una complessa terminologia vaticana. Ecco una guida, un vocabolario, un Bignami per orientarsi nella foresta delle notizie che arrivano dalla basilica di San Pietro.
Camerlengo. Fa le funzioni di capo della Chiesa e – aiutato da tre cardinali estratti a sorte ogni tre giorni – presiede la Sede vacante dalla fine del pontificato (in questo caso dal 28 febbraio) alla fine del conclave nel quale verrà eletto il prossimo papa. L’attuale Camerlengo è il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Il termine viene dal franco Kamerling, che significa “addetto alla camera del sovrano”.
La Messa. La celebrazione Pro eligendo Pontefice viene celebrata nella Basilica di San Pietro alle 10 del mattino del primo giorno del Conclave, ovvero il 12 marzo. È aperta ai fedeli.
Il Consesso. Nel primo pomeriggio tutti i cardinali elettori si radunano nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico.
La Processione. È il tragitto nel Palazzo Apostolico che faranno i 115 cardinali elettori vestiti in abito corale, dalla Cappella Paolina all’ingresso nella Cappella Sistina, sede del Conclave. Cantando il Veni Creator, invocheranno l’assistenza dello Spirito Santo.
Il Giuramento. Una volta entrati nella Cappella Sistina, i cardinali giurano tutti insieme la loro fedeltà alla costituzione apostolica e l’impegno a mantenere segreto tutto quello che succede nel Conclave.
Extra Omnes. Il Maestro delle celebrazioni (il monsignor Guido Marini) ordina l’Extra Omnes, il “fuori tutti”: da quel momento in poi usciranno gli estranei dalla Cappella Sistina (chiusa cum clave) e i 115 cardinali elettori rimarranno soli finché non eleggeranno il nuovo papa. Nei brevi trasferimenti dalla Sistina a Santa Marta, dove alloggiano i porporati, saranno assistiti da personale del Vaticano che ha prestato giuramento di segretezza.
Schermatura. Un sistema “Jammer” emetterà onde elettomagnetiche che renderanno impossibile usare il cellulare e internet in tutta l’area di San Pietro. Per impedire che i cardinali possano comunicare con l’esterno saranno oscurate le finestre della casa di Santa Marta, dove alloggeranno. Doppi controlli e metal detector formeranno una zona cuscinetto fra la Sistina, Santa Marta e gli ambienti limitrofi.
Orari. Il primo giorno del Conclave inizia alle 10 con la Messa pro eligendo Pontefice nella Basilica di san Pietro. Alle 15.45 il Consesso con il trasferimento nel palazzo Apostolico. Alle 16.30 inizia la processione dalla Cappella Paolina alla Sistina. Alle 16.45, entrati nella Cappella Sistina, gli elettori presteranno giuramento, dopo di che il Maestro delle celebrazioni ordinerà l’Extra Omnes. Quindi inizieranno le operazioni di voto, che si dovranno concludere entro le 19.15. Se non è stato eletto un papa, i cardinali dopo la preghiera vespertina ritorneranno alla casa di Santa Marta, dove per le 20.00 è prevista la cena.
Nei giorni successivi, alle 6.30 sono previste sveglia e colazione, alle 7.45 il trasferimento nel Palazzo Apostolico, dove alle 8.15, nella Cappella Paolina, si celebrerà la Messa. Alle 9.30 si ritorna nella Cappella Sistina, dove le votazioni proseguiranno fino alle 12.30, quando i cardinali dovranno andare tutti a Santa Marta, dove per le 13.00 è previsto il pranzo. Alle 16 tutti nella Cappella Sistina per le votazioni pomeridiane: gli scrutini inizieranno alle 16.50 e si concluderanno alle 19.15. Quindi preghiera vespertina e ritorno a Santa Marta alle 19.30. Alle 20 si cena.
I componenti del Conclave. I cardinali che eleggeranno il nuovo papa sono 115. Di questi, 60 sono europei e 55 del resto del Mondo. La nazione più rappresentata è l’Italia, con 28 elettori. Dopo l’Europa, i continenti con più “voti” sono il Sudamerica (19 cardinali), il Nordamerica (14), l’Africa (11) e l’Asia (10). I cardinali sono divisi in diaconi, presbiteri, vescovi e patriarchi.
Il Quorum. Per essere eletto papa servono i due terzi dei voti, ovvero 77.
La votazione. L’ultimo cardinale diacono estrae a sorteggio tre Scrutatori, tre Revisori e tre Infirmarii (quelli che dovranno raccogliere le schede di eventuali cardinali malati costretti a letto). I Cerimonieri consegnano due o tre schede bianche a ognuno dei 115 elettori, poi escono dalla Sistina dopo l’Extra Omnes.
L’elettore, in segreto, deve scrivere “chiaramente, ma con grafia quanto più possibile non riconoscibile, il nome di chi elegge”. Piega la scheda a metà e tenendola sollevata e visibile a tutti si avvicina all’altare degli scrutatori. Giura: “Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto”. Mette la scheda su un piatto e la fa scivolare dentro un calice usato come urna. Si inchina davanti all’altare e ritorna al suo posto.
A fine votazione il primo scrutatore agita più volte l’urna per mescolare le schede e il terzo scrutatore trasferisce le schede, una alla volta, dentro un altro calice. Se il numero di schede corrisponde al totale degli elettori si procede allo scrutinio. I tre scrutatori sono seduti ad un tavolo davanti all’altare. Il primo apre una scheda alla volta e legge il nome; il secondo fa lo stesso; il terzo annota il nome e lo legge a voce alta. Poi fora le schede con un ago in corrispondenza della parola Eligo e le lega tutte insieme con un filo.
Gli scrutatori ricontrollano schede, nomi segnati e somme dei voti. Il Camerlengo raccoglie le loro note e scrive un verbale con il risultato della votazione. Tutte le carte vengono bruciate nella stufa, con un additivo chimico che cambierà il colore della fumata
Durata del Conclave. Negli ultimi 100 anni ci sono stati 8 conclavi. I più lunghi sono stati quello del 1922, che portò dopo 5 giorni e 14 votazioni all’elezione di papa Pio XI, quello che nel 1929 firmò i Patti Lateranensi con lo Stato italiano rappresentato da Benito Mussolini. Seguito da quello del 1958 che dopo 4 giorni e 11 scrutini elesse papa Giovanni XXIII, il “papa buono”. Il più breve è stato quello del 1939, nel quale in 2 giorni e 3 votazioni fu eletto papa Pio XII. Secondo per brevità è il Conclave del 2005, che in 2 giorni e 4 votazioni ha messo Benedetto XVI sul soglio di San Pietro. A pari merito con quello del 1978 nel quale dopo 4 scrutini fu eletto papa Giovanni Paolo I, papa Luciani, che morì dopo soli 33 giorni di pontificato.
Papabili. Angelo Scola, Gianfranco Ravasi, Odilo Pedro Scherer, Marc Ouellet, Sean Patrick O’Malley, Timothy Dolan, Donald William Wuerl, Peter Erdo, Christoph Schonborn, Luis Antonio Tagle, Robles Ortega, Jorge Bergoglio, Malcom Ranjith, Peter Turkson.
Fumata bianca. Gli additivi chimici inseriti nella stufa nel momento in cui vengono bruciate tutte le schede fanno sì che ci sia una fumata nera se il papa non è stato eletto e una fumata bianca in caso di “Habemus Papam”. Ma l’ultima volta, quando fu eletto Ratzinger, non si riuscì a vedere bene il colore della fumata. Per questo suoneranno anche le campane di San Pietro, per avvertire i fedeli: entro 40 minuti il nuovo papa si affaccerà al balcone per parlare alla folla.
Habemus Papam. Tre abiti bianchi aspettano il nuovo papa, dopo che è stato eletto e ha prestato giuramento. Si dovrà affacciare dal bancone centrale della Loggia di San Pietro. Lo precede il cardinale protodiacono, il francese Jean Louis Tauran, che annuncia alla folla:
“Annuntio vobis gaudium magnum:
habemus Papam!
Eminentissimum ac reverendissimum dominum,
dominum (nome dell’eletto in accusativo latino),
Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem (cognome dell’eletto non tradotto in latino),
qui sibi nomen imposuit (nome pontificale in genitivo latino, seguito dall’eventuale aggettivo numerale ordinale)“.
Dal balcone si affaccerà il successore di Benedetto XVI. Già dal nome che sceglierà si capirà che direzione vorrà dare al suo pontificato.
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