Crisi Coree, Obama: “Esercito Usa pronto a intervenire in caso di nuova aggressione del Nord”

La corvetta sudcoreana Cheonan

Barack Obama annuncia pieno sostegno alla Corea del Sud e chiede all’esercito statunitense di prepararsi e ad intervenire in caso di “nuova aggressione” del Nord a Seul. Forte dell’appoggio statunitense, intanto,  la Corea del Sud rende nota  la sua intenzione di chiedere al Consiglio di sicurezza dell’Onu di adottare sanzioni contro la Corea del Nord per le responsabilità avute nell’affondamento della corvetta Cheonan.

Ad annunciare l’intenzione di rivolgersi all’Onu è stato il presidente Lee Myung-bak, in un discorso pubblico sulle contromisure di Seul contro Pyongyang. Il presidente sudcoreano, nel suo primo intervento ufficiale dopo la diffusione dei risultati della commissione internazionale di esperti che hanno individuato in un siluro del Nord la causa dell’affondamento della corvetta, ha elencato le contromisure decise in risposta a “un attacco militare da parte del Nord”, precisando che Seul eserciterà azioni di autodifesa in caso di ulteriori provocazioni da parte di Pyongyang, che deve “scusarsi” e punire i responsabili della tragedia costata la vita a 46 uomini d’equipaggio.

“Se le nostre acque territoriali, il nostro spazio aereo o il nostro territorio dovessero essere violati, provvederemo a esercitare immediatamente il diritto di autodifesa”, ha detto Lee in un discorso alla nazione diffuso in diretta tv. Il governo di Seul sospenderà tutti i programmi di scambio con il Nord, tranne che nel caso del distretto industriale a sviluppo congiunto di Kaesong, insieme a “livelli minimi” di aiuti umanitari per bambini e mamme del Paese comunista. In queste circostanze, ha aggiunto Lee, “qualsiasi interscambio o altre attività di cooperazione è privo di significato”.

Alle navi del Nord sarà vietato l’uso di corsi d’acqua della Corea del Sud, serviti finora come scorciatoie. “Sollecito in modo deciso che le autorità della Corea del Nord si scusino immediatamente con la Repubblica di Corea e che la comunità internazionale punisca immediatamente i responsabili e le altre persone coinvolte nell’incidente”, ha rilevato ancora Lee.

Gli Stati Uniti, intanto, appoggiano senza condizioni la Corea del Sud. Il presidente Usa Barack Obama ha chiesto alla Corea del Nord di cessare il suo “comportamento belligerante e minaccioso” e di domandare scusa per il suo attacco. “Noi approviamo la domanda del presidente Lee  che la Corea del Nord chieda immediatamente scusa e punisca i responsabili dell’attacco – ha detto il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs in una dichiarazione – e, cosa più importante, cessi il suo comportamento belligerante e minaccioso”. “Il sostegno degli Stati Uniti per la difesa della Corea del Sud è inequivocabile – ha aggiunto Gibbs – e il presidente ha ordinato ai suoi comandanti militari di coordinarsi strettamente con lo loro controparti sudcoreane per assicurare la sicurezza e impedire future aggressioni”.

Il segretario di Stato americano Hillary Clinton, invece,  ha sollecitato  Pechino ad unirsi alla condanna internazionale della Corea del Nord, accusata da Seul di aver affondato la corvetta sudcoreana Cheonan, causando la morte di 46 marinai. Finora la Cina ha evitato commenti ufficiali risoluti sull’accaduto, limitandosi ad invitare le parti alla moderazione. Insieme al segretario del Tesoro Timothy Geithner, la Clinton partecipa oggi e domani a Pechino al vertice sino-americano sul Dialogo strategico ed economico.

Nel pomeriggio del 24 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha fatto sapere che si riunirà presto per discutere la lettera di protesta della Corea del Sud, che punta il dito contro la Corea del Nord per l’affondamento della corvetta Cheonan. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, auspicando che il Consiglio adotti passi “adeguati alla gravità della situazione”.

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