Crisi in Nord Africa, Tajani spiega il piano Marshall da 7-10 mld della Ue

Antonio Tajani

BRUXELLES – Consiste in un ”piano Marshall” dotato di ”7-10 miliardi di euro” la strategia per il mediterraneo presentata dalla Commissione europea per affrontare la crisi del Nordafrica, ma soprattutto per garantire lo sviluppo democratico dell’area e frenare il fondamentalismo islamico. Lo ha spiegato il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani.

”Nel rapporto col Nordafrica l’Europa c’è e vuole essere protagonista di una nuova stagione”, ha detto Tajani. ”Credo che, superata l’emergenza, dalla crisi debba nascere una nuova stagione nei rapporti tra l’Europa e l’Africa del Nord e l’intero mondo arabo”.

”Il progetto che la Commissione presenta al Consiglio – ha specificato Tajani – prevede una serie di investimenti. E’ una sorta di piano Marshall, così l’ha definito lo stesso Barroso, che deve permetterci di far crescere economicamente il Nordafrica e garantire stabilità, per frenare il fenomeno dell’emigrazione e tagliare l’erba sotto i piedi a un fondamentalismo islamico che, di fronte alle attese di centinaia di migliaia di giovani, spera che i governi democratici non siano in grado di dare risposte”.

”Noi invece – ha aggiunto il vicepreesidente della Commissione – come europa dobbiamo aiutare i governi democratici che stanno nascendo e che nasceranno a poter guidare il nord africa verso un percorso di stabilità”. Nello specifico delle somme pronte per essere investite, Tajani ha indicato che ”ci sono già proposte di investimento tra i 7 e i 10 miliardi di euro”, affermando che sui tempi delle erogazioni sarà comunque necessario attendere che si siano insediati governi stabili.

Quindi Tajani ha spiegato che incontrerà i ministri dell’industria africani a fine marzo ad Algeri e quelli dell’area mediterranea a maggio a Malta. ”Ad essi – ha detto – penso di proporre l’adozione di una specie di Small Business Act: si tratta di trarre dall’esperienza europea una serie di principi che possono aiutare anche l’Africa, a cominciare dalla liberazione delle imprese dal fardello della burocrazia. Non dimentichiamo che, in fondo, in Tunisia tutto è cominciato dal suicidio di un ambulante soffocato, appunto, da una burocrazia oppressiva”.

Secondo una tabella della Commissione i fondi a disposizione sono i seguenti: aiuti umanitari 30 mln euro fondi per rifugiati e per controllo frontiere 25 mln politica di vicinato 4.000 mln prestiti Banca europea investimenti 5.000 mln Banca Europea per investimenti e sviluppo 1.000 mln (disponibili se la Beis modifica il suo statuto) Fondo euromediterraneo per investimenti 200 mln (se approvato dal Consiglio) .

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